Giornalismo: Ucsi Sicilia, corso di formazione a Siracusa su Agenda 2030

“I giornalisti hanno un ruolo importante per far conoscere l’Agenda 2030 e gli obiettivi che si intendono raggiungere”. Lo ha detto la giornalista Paola Springhetti, docente dell’Università Salesiana di Roma e componente della Giunta nazionale Ucsi al termine del corso di formazione per giornalisti che si è svolto sabato scorso, nel Centro culturale della basilica santuario Madonna delle Lacrime di Siracusa.
Il corso organizzato dalla sezione provinciale dell’Unione cattolica della stampa italiana di Siracusa, dall’Ucsi Sicilia, dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, dall’Ordine regionale dei giornalisti di Sicilia e dall’Assostampa Siracusa. Il seminario sul tema “Formare i nuovi giornalisti ai temi dello sviluppo sostenibile: Pensare il futuro. 17 obiettivi visti dai giovani e raccontati dai giornalisti” ha visto la partecipazione dei giornalisti provenienti da Catania, Messina e Noto. Relatori, oltre a Springhetti, il presidente regionale Ucsi Sicilia, Domenico Interdonato, il segretario nazionale dell’Ucsi e tesoriere dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Salvatore Di Salvo. Il corso è stato aperto con i saluti del consulente ecclesiastico dell’Ucsi di Siracusa, don Aurelio Russo, rettore del santuario Madonna delle Lacrime, del presidente provinciale dell’Ucsi, Alberto Lo Passo, del consigliere nazionale dell’Ucsi, Gaetano Rizzo, e del segretario provinciale dell’Assostampa di Siracusa, Prospero Dente. “L’Agenda 2030 con i suoi 17 obiettivi sfida tutti – i singoli cittadini, le organizzazioni sociali, la politica, chi ha responsabilità di Governo – perché pensino, progettino e realizzino un mondo sostenibile, raggiungendo obiettivi comuni su problemi fondamentali che vanno dal cambiamento climatico alla lotta alla povertà, dall’eliminazione della fame al consumo responsabile e così via. Questi obiettivi sono da raggiungere entro il 2030: un anno ormai molto vicino. Ma se per raggiungerli è necessario l’impegno di tutti, è lecito chiedersi quanto l’Agenda sia conosciuta e condivisa: se non c’è questa conoscenza, difficilmente ci sarà la volontà – personale e politica – di attuarla”.

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