Parlamento Ue: Grandi (Unhcr), “nessuno sceglie di essere un rifugiato”. Richiamo alla solidarietà. Denuncia sul caso Bielorussia-Polonia

(Foto SIR/Parlamento europeo)

(da Bruxelles) “Nessuno sceglie di essere un rifugiato”: Filippo Grandi, Alto commissario Onu per i rifugiati, è intervenuto a Bruxelles in apertura della plenaria dell’Europarlamento. L’occasione riguardava i 70 anni della Convenzione di Ginevra sui rifugiati. Nel suo intervento, Grandi ha richiamato l’Ue “a un impegno di solidarietà e di sostegno”, sia per l’accoglienza delle persone che chiedono protezione internazionale, sia a favore dei Paesi in via di sviluppo “per prevenire i movimenti forzati” di popolazione a causa – ha elencato – di guerre, povertà, conflitti locali, cambiamenti climatici. Ha ricordato il compito dell’Unhcr, che “ha il mandato di proteggere e assistere” i rifugiati nei cinque continenti. Grandi ha poi brevemente tracciato il quadro delle migrazioni, con 82 milioni di sfollati interni, soprattutto nelle regioni povere del pianeta, che si aggiungono ai migranti che attraversano confini nazionali e continentali.

(Foto SIR/Parlamento europeo)

Ha segnalato il caso del Libano, “dove una persona su cinque presente nel Paese è un rifugiati”; la situazione esplosiva dell’Etiopia, del Sahel, dell’Afghanistan; si è soffermato sul caso Polonia-Bielorussia, chiedendo libero accesso per i rifugiati ammassati ai confini e assistenza materiale. Quindi un appello all’Europa: “Dobbiamo lavorare insieme. Ciò che fa l’Europa è già molto, ma occorre anche una leadership politica per prevenire i conflitti”, una delle prime e più tragiche cause di movimenti forzati di popolazioni. L’oratore ha quindi chiesto all’Ue per far rispettare lo stato di diritto, e i doveri verso chi domanda asilo. Ha poi denunciato “i discorsi xenofobi, i muri e i fili spinati, le violenze contro i migranti, i pestaggi” e azioni per prevenire le morti in mare.
Fra i problemi correlati alle migrazioni Grandi ha denunciato la tratta, il rischio terrorismo, mentre ha sottolineato la necessità di procedere con i rimpatri “nei casi in cui una persona non abbia diritto alla protezione internazionale”.

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