Messe con il popolo: mons. Muser (Bolzano), “porte aperte alle celebrazioni utili solo se nasce un nuovo desiderio di incontrare il Risorto”

“È cresciuta in questi mesi la convinzione che la fede debba mostrarsi soprattutto nella vita concreta, quotidiana, solidale? Usciremo dalla crisi da coronavirus rafforzati come società e come Chiesa, con il coraggio di ripensare, di non continuare semplicemente come prima?”. Sono alcune domande che il vescovo di Bolzano-Bressanone, mons. Ivo Muser, rivolge alla comunità diocesana nel suo messaggio “9 marzo-18 maggio 2020: Lui era e resta in cammino con noi”, in vista del ritorno alle celebrazioni pubbliche. “In questo tempo nuovo, inusuale e anche doloroso – scrive il vescovo –, ho sperimentato molta voglia di fare rete, di solidarietà, responsabilità, disponibilità, fantasia, comprensione, gratitudine, pazienza, umiltà e speranza. Molte persone mi hanno scritto e raccontato le loro agitazioni e preoccupazioni, il loro tentativo di interpretare e superare questa esperienza attraverso la fede. Di questo le ringrazio di cuore!”, riferisce.
Le porte aperte alle celebrazioni – osserva ancora mons. Muser – “servono e ci aiutano solo se nasce un nuovo desiderio di incontrare il Risorto nella sua chiesa, nella sua Parola e nella sua Eucarestia”.
Concretamente, nella giornata di lunedì 18 maggio, il vescovo invita tutti a celebrare un rito liturgico in entrambi i duomi, nelle chiese parrocchiali e nelle chiese degli ordini religiosi della diocesi, con orario e modalità secondo le possibilità del luogo. Prima della funzione religiosa le campane suoneranno per 5 minuti. “In questo primo rito pubblico – conclude Muser – siamo invitati anche a pregare per tutti i defunti dei mesi passati”.

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