Lavoratori immigrati: Prandini (Coldiretti), “la regolarizzazione non basta, servono voucher”

“L’intesa raggiunta sulla regolarizzazione dei migranti non è risolutiva dei problemi del mondo agricolo anche per i tempi che non combaciano con quelli delle imprese”. Lo afferma il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, secondo cui “nelle campagne le esigenze sono immediate mentre per la regolarizzazione ci vorrà tempo”. “Per questo – aggiunge -, è necessaria subito una radicale semplificazione del voucher ‘agricolo’ che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui scuole, università e molte attività economiche sono rallentate e tanti lavoratori sono in cassa integrazione”. Secondo Prandini, “le imprese agricole hanno bisogno anche di professionalità ed esperienza con il coinvolgimento delle stesse persone che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese”. “Non per tutti i lavori in agricoltura ci si può improvvisare, ma – sostiene il presidente di Coldiretti – per la maggior parte serve manodopera formata e qualificata, dalla potatura alla guida dei mezzi agricoli”.
La proposta dell’associazione è anche quella dell’apertura immediata di “un canale di collaborazione con Paesi come la Romania da dove viene circa 1/3 dei lavoratori stagionali impegnati nelle campagne italiane con i quali nel tempo sono stati stabiliti rapporti fiduciari”. Decine di migliaia di lavoratori rumeni, secondo la Coldiretti, sono potuti tornare a lavorare nelle campagne della Germania e della Gran Bretagna, grazie ad accordi tra i diversi Paesi che hanno utilizzato i corridoi verdi per la libera circolazione degli stagionali agricoli all’interno dell’Unione europea durante l’emergenza coronavirus.

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