Coronavirus Covid-19: focolaio all’Oasi Troina. Don Rotondo, “ci aspettavamo il peggio” invece “è stato un miracolo vero e proprio”

“È stato un miracolo vero e proprio perché ci aspettavamo tutti il peggio, invece in Signore ci ha salvaguardato perché siamo qui a raccontarlo. Di fatto, a oggi quasi tutti i nostri ammalati sono negativi al Coronavirus. Di questo dobbiamo ringraziare Dio, tutte le persone che si sono buttate a capofitto in questa situazione, la diocesi, la Cei che ha avuto per noi un contributo consistente e tutti coloro che ci hanno aiutato privatamente per sopperire alle spese del materiale per assistere tutti i malati”. A raccontarlo al Sir è don Silvio Rotondo, presidente dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico per lo studio del ritardo mentale e dell’involuzione cerebrale di Troina (En). Don Rotondo è stato colpito dal Coronavirus il 19 marzo e ricoverato il 24. Oggi ha ricevuto la notizia di essersi completamente negativizzato al virus. Come lui, anche un centinaio di ospiti della struttura e circa 70 addetti ai lavori. Tra loro 6 lutti, cinque ragazzi ospiti dell’Oasi e una consacrata. Tutti gli altri sono completamente guariti o in fase di guarigione. “All’inizio dell’epidemia – racconta don Rotondo – molti dei nostri pazienti sono andati a casa, ma sono tanti anche quelli che sono rimasti da noi. Quando sono emersi i primi dati abbiamo preso tutte le precauzioni del caso, ciò nonostante circa 100 ricoverati e 70 operatori si sono ammalati”. “I nostri medici, con il supporto di un infettivologo di Enna e un commissario straordinario della Regione, sono riusciti ad aiutare i ragazzi della struttura. Abbiamo temuto il peggio, sentendo anche le numerose questioni delle Rsa al nord, e invece il Signore ci è stato vicino”. “Ho chiesto al Signore che i ragazzi si salvassero e lui sta provvedendo a questa salvezza con la mediazione così come avviene per i miracoli: noi mettiamo la nostra parte e il Signore fa il resto”. “Io – prosegue – finisco l’isolamento definitivo la vigilia di san Filippo e i nostri ricoverati e i nostri operatori sono in via di guarigione. Nel ringraziare il Signore per tutto questo, ho voluto porre un segno in onore di san Filippo, il pontificale del 12 sarà celebrato in ringraziamento per l’Oasi e per me. Ho voluto regalare personalmente l’addobbo di rose per la festa per ringraziare e chiedere ancora l’intercessione di san Filippo. Sono in totale 178 rose, tanti sono stati i contagiati. Per le nostre persone decedute, invece, sull’altare saranno poste 5 rose rosse in loro memoria”.

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