Ue: Cese, eletta la nuova presidenza. L’italiana Barbucci vicepresidente. In agenda salari minimi, diritti delle donne, Patto di stabilità

L’assemblea del Comitato economico sociale europeo nella sessione in corso a Bruxelles ridisegna le proprie cariche per il prossimo mandato e dedica del tempo a riflettere sul proprio ruolo in relazione alla “ripresa per il futuro dell’Europa”. Questo sarà il tema di un dibattito che si svolgerà nella mattina di domani e ospiterà gli interventi delle principali cariche istituzionali europee, tra cui David Sassoli, presidente del Parlamento, Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione, Apostolos Tzitzikostas, presidente del Comitato delle Regioni, e poi Luca Visentini, segretario generale della Confederazione europea dei sindacati, Jeremy Wates, dell’Ufficio europeo per l’ambiente, oltre ai responsabili del Cese. Ci saranno anche i consueti voti su una serie di “opinioni” redatte dal Cese in relazione alle politiche europee in elaborazione, tra cui la direttiva sui salari minimi e la direttiva sulla trasparenza salariale. “Sono due temi che vanno a risolvere alcuni problemi che ancora permangono nella nostra società, e cioè i salari troppo bassi e la differenza salariale tra uomini e donne”, sottolinea al Sir la vicepresidente del Cese, Giulia Barbucci. In particolare la seconda “non è più accettabile, soprattutto alla luce della pandemia, in cui stiamo vedendo che le donne sono quelle che pagano il prezzo più alto in questa crisi, sia quelle che sono nei servizi essenziali, sia quelle che sono a casa, costrette a fare il doppio o triplo lavoro”.
In prospettiva, aggiunge Barbucci, “dobbiamo occuparci anche del Patto di stabilità che al momento è sospeso, ma terminata questa pandemia – che lascerà macerie in tutto il mondo – sicuramente dovremo provare a cambiare un modello economico e di sviluppo che ha rivelato tutte le sue storture. Avevamo già capito che le politiche di austerità non avevano funzionato e quindi non possono assolutamente essere riproposte in futuro, ma dobbiamo fare in modo che ci siano politiche espansive che possono generare una crescita”.

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