Papa Francesco: udienza, “Gesù non è un Dio lontano, e non può esserlo”

foto SIR/Marco Calvarese

“Il primo atto pubblico di Gesù è la partecipazione a una preghiera corale del popolo, una preghiera penitenziale, dove tutti si riconoscevano peccatori”. Lo ha detto il Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata alla preghiera di Gesù e al battesimo nel Giordano, “esodio della sua missione pubblica”, ha fatto notare che “il suo è un atto che obbedisce alla volontà del Padre, un atto di solidarietà con la nostra condizione umana”. “Egli prega con i peccatori del popolo di Dio”, ha detto Francesco: “Non rimane sulla sponda opposta del fiume, per marcare la sua diversità e distanza dal popolo disobbediente, ma immerge i suoi piedi nelle stesse acque di purificazione”. “Gesù non è un Dio lontano, e non può esserlo”, ha affermato il Papa: “L’incarnazione lo ha rivelato in modo compiuto e umanamente impensabile. Così, inaugurando la sua missione, Gesù si mette a capofila di un popolo di penitenti, come incaricandosi di aprire una breccia attraverso la quale tutti quanti noi, dopo di Lui, dobbiamo avere il coraggio di passare”.

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