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Slovacchia: Smer–Socialdemocrazia con maggiori probabilità di formare il nuovo governo della Repubblica

“Invoco e auguro nella preghiera, a tutta la Slovacchia, pace, accettazione, successo e progresso universale per gli abitanti della nostra bella patria”. Con queste parole mons. Bernard Bober, presidente della Conferenza episcopale slovacca, commenta i risultati delle elezioni parlamentari anticipate di sabato scorso. Sebbene il vincitore sia Smer–Socialdemocrazia, con il 22,94% dei voti, il partito non ha grandi probabilità di riuscire a formare una coalizione di governo a causa della sua reputazione macchiata da scandali di corruzione. Alcuni dei suoi membri e il presidente, Robert Fico, sono addirittura accusati di aver formato e gestito un gruppo criminale nel loro passato politico. Il secondo partito più votato, Progresívne Slovensko (Slovacchia progressista, con il 17,96% dei voti), è nuovo sulla scena parlamentare, senza guai giudiziari alle spalle, ma con un’agenda fortemente progressista che include un forte sostegno ai matrimoni omosessuali e alla promozione dei diritti Lgbti ma un programma sociale più debole. Entrambi i partiti hanno iniziato i colloqui formali e informali con i potenziali partner di coalizione, tra cui il tradizionale Movimento cristiano-democratico (al 6,82%), tornato al Consiglio nazionale della Repubblica Slovacca dopo due tornate elettorali in cui non era riuscito a entrare in Parlamento. La presidente Zuzana Čaputová ha concesso 14 giorni di tempo al partito Smer, in quanto vincitore, per trovare i partner che formeranno la coalizione di governo. Secondo gli analisti politici, molto probabilmente faranno parte della coalizione Sns (Partito nazionale slovacco) e Hlas (ex fazione dello Smer che si separò dal partito dopo il fallimento dello stesso nelle elezioni del 2020).

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