Papa Francesco: omelia apertura Sinodo, no a “Chiesa rigida, tiepida, stanca”, “Sinodo non è raduno politico o parlamento polarizzato”

(Foto Vatican Media/SIR)

Al termine dell’omelia della Messa per l’apertura del Sinodo, il Papa ha messo in guardia l’intero popolo di Dio, rappresentato in piazza San Pietro, dal “cadere in alcune tentazioni pericolose: di essere una Chiesa rigida, una dogana, che si arma contro il mondo e guarda all’indietro; di essere una Chiesa tiepida, che si arrende alle mode del mondo; di essere una Chiesa stanca, ripiegata su sé stessa”. “Camminiamo insieme: umili, ardenti e gioiosi”, l’invito ai 365 membri del Sinodo: “Camminiamo sulle orme di San Francesco d’Assisi, il Santo della povertà e della pace, il ‘folle di Dio’ che ha portato nel corpo le stigmate di Gesù e, per rivestirsi di lui si è spogliato di tutto”. “Com’è difficile questa spogliazione, interiore ed esteriore, di tutti noi, anche delle istituzioni!”, ha esclamato a braccio: “San Bonaventura racconta che, mentre pregava, il Crocifisso gli disse: ‘Va’ e ripara la mia chiesa’”. “Il Sinodo serve a ricordarci questo”, ha concluso il Santo Padre: “La nostra Madre Chiesa ha sempre bisogno di purificazione, di essere ‘riparata’, perché noi tutti siamo un popolo di peccatori perdonati, sempre bisognosi di ritornare alla fonte che è Gesù e di rimetterci sulle strade dello Spirito per raggiungere tutti col suo Vangelo”. L’esempio è ancora quello di Francesco di Assisi, che “in un tempo di grandi lotte e divisioni, tra il potere temporale e quello religioso, tra la Chiesa istituzionale e le correnti eretiche, tra i cristiani e altri credenti, non criticò e non si scagliò contro nessuno, imbracciando solo le armi del Vangelo: l’umiltà e l’unità, la preghiera e la carità. Facciamo anche noi così! E se il Popolo santo di Dio con i suoi pastori, da ogni parte del mondo, nutre attese, speranze e pure qualche paura sul Sinodo che iniziamo, ricordiamo ancora che esso non è un raduno politico, ma una convocazione nello Spirito; non un parlamento polarizzato, ma un luogo di grazia e di comunione”. “Il momento di più frutto nel Sinodo sono i momenti di preghiera, anche l’ambiente di preghiera col quale il Signore agisce in noi”, l’aggiunta a braccio: “Lo Spirito Santo, poi, spesso frantuma le nostre aspettative per creare qualcosa di nuovo, che supera le nostre previsioni e le nostre negatività. Apriamoci a lui, lasciamo che sia lo Spirito Santo il protagonista del Sinodo. E con lui camminiamo, nella fiducia e con gioia”.

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