Parlamento Ue: Strasburgo, in corso dibattito su migrazione e asilo. Le posizioni dei gruppi politici

foto SIR/Marco Calvarese

(Strasburgo) Si discute di migrazione e asilo questa mattina nell’aula del Parlamento europeo a Strasburgo, dove gli eurodeputati che hanno preso la parola sembrano chiaramente favorevoli all’adozione rapida del Patto su migrazione e asilo. Dopo gli interventi del viceministro spagnolo per gli Affari europei Pascual Navarro Rios e del vicepresidente della Commissione Margaritis Schinas sui progressi compiuti verso la riforma del sistema comune di asilo e migrazione dell’Ue, gli eurodeputati hanno chiesto una rapida adozione di tutti i file inclusi nel Patto, iter aperto ormai 8 anni or sono. Gli intervenuti, approfittando dello scranno, hanno lanciato alcuni consigli politici ai diversi Paesi dell’area di Schengen. “Frontex svolge un ottimo lavoro di controllo e l’accordo con la Tunisia è importante perché l’80% delle barche parte da lì. Per questo ringrazio l’Italia, l’Olanda e Von der Leyen per l’ottimo lavoro, invitando Francia e Germania a seguire l’esempio”, ha detto Manfred Weber, capogruppo Ppe (Popolari), che ha descritto questo come il momento della verità con la riforma più importante di questa legislatura, da attuare per evitare di offrire il fianco ai populisti. “La politica di migrazione è un insuccesso”, le parole di Gabriele Bischoff (Socialisti e democratici, S&D), che ha puntato il dito sui Paesi che non registrano migranti al loro arrivo favorendo la loro mobilità verso altre destinazioni. “L’accordo può venire solo dal Parlamento europeo, con una ampia maggioranza, come fatto per Covid e Ucraina”, ha dichiarato Malik Azmani (Renew – Liberali), chiedendo di “fare in fretta per evitare di dare ragione a quanti divulgano paura nei confronti della migrazione” e chiedendo solidarietà per l’Italia. “L’Europa ha responsabilità sulle cause della migrazione e quindi deve assumersene l’onere”, le parole di Philippe Lamberts dei Verdi (Greens/Efa), per nulla d’accordo sulla decisione di chiudere i confini in accordo con i Paesi terzi, non cogliendo l’opportunità di crescita sociale offerta dal fenomeno migratorio. “Immigrazione illegale è strumento di guerra politica”, il lapidario intervento di Nicola Procaccini (Ecr – Conservatori), specularmente opposto a quello di Manon Aubry (Sinistra Unita, Gue/Ngl) che ha chiesto più impegno verso una politica di accoglienza e non securitaria, evitando accordi come quello con la Tunisia, che lascerebbe morire migranti nel deserto: “Solidarietà e non recinzioni e fili spinati”.

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