Minori migranti: organizzazioni preoccupate per le scelte del governo, “possibili gravi violazioni dei diritti fondamentali”

Un cartello di organizzazioni impegnate nella tutela dei diritti dei minorenni migranti sono profondamente preoccupate per le scelte del governo nel Decreto legge immigrazione e sicurezza approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 27 settembre. “Chiunque abbia meno di 18 anni è un minorenne e ha diritto a vivere e ad essere protetto e accolto come tale, difeso dai rischi di abusi, sostenuto nel proprio sviluppo. Senza condizioni e senza distinzioni. La Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza non fa alcun distinguo: siano italiani o stranieri, maschi o femmine, con o senza documenti, i minorenni sono tutti uguali davanti al diritto internazionale, come per la nostra Costituzione e il nostro diritto interno”, affermano oggi in una nota, sottoscritta da Ai.Bi., Amnesty International Italia, Asgi – Associazioni per gli Studi giuridici sull’immigrazione, Centro Astalli, Cespi Ets, Cir Onlus – Consiglio italiano per i rifugiati, Cnca – Coordinamento nazionale Comunità di accoglienza, Cismai, Cooperativa Cidas, Cooperativa CivicoZero, Defence for Children International Italia, Emergency, Oxfam Italia, Intersos, Salesiani per il Sociale Aps, Save the Children Italia, Sos Villaggi dei Bambini, Terre des Hommes Italia. “Per tutti i bambini, le bambine e gli adolescenti che abbiano meno di 18 anni, nessuno escluso – precisano –, la stessa Convenzione, la più firmata al mondo e parte integrante del nostro diritto pubblico inviolabile di rango costituzionale, prevede un’accoglienza in affidamento in famiglia o in strutture loro dedicate, mai in promiscuità con adulti e certamente non in sezioni di centri destinati a questi ultimi, dei quali peraltro è nota la realtà di profonda inadeguatezza per un minorenne”.
Ogni trattamento differenziato di chi “ad una prima analisi appaia di età superiore ai sedici anni” come affermato dal comunicato stampa del Consiglio dei ministri, “va incontro al fortissimo rischio di produrre discriminazioni tra minorenni italiani e stranieri e di porsi in drammatico contrasto con il principio del rispetto del superiore interesse del minore”, sottolineano le organizzazioni. La determinazione dell’età, ad esempio, ha come scopo quello di “scongiurare un nefando errore che possa portare un minorenne ad essere espulso o detenuto in spregio alle norme italiane, europee e internazionali”. Le norme del Dl, stando a quanto descritto dal comunicato stampa e illustrato in conferenza stampa dal governo, “vanno in senso nettamente opposto rispetto ai principi enunciati e rischiano di minare alle fondamenta le norme esemplari della L. 47, adottate nel 2017 ad ampia maggioranza parlamentare – sottolineano –. Se il testo confermerà l’approccio espresso nelle dichiarazioni, aspetti quali il mancato riferimento al fondato dubbio, la mancanza di previa autorizzazione scritta della magistratura minorile e del tutore, e l’applicazione di ‘rilievi antropometrici o di altri accertamenti sanitari, anche radiografici’ disposti direttamente dalle forze di pubblica sicurezza, con successiva espulsione di chi, secondo questa procedura, fosse dichiarato erroneamente maggiorenne, aprono le porte a un destino rischioso e di possibili gravi violazioni dei diritti fondamentali di migliaia di potenziali minorenni, in particolare se provenienti da Paesi cosiddetti ‘sicuri’ e quindi destinati a essere sottoposti a procedure accelerate in frontiera laddove erroneamente considerati adulti. Questo, per chiunque abbia a cuore la cura e la tutela di bambini e adolescenti, è inaccettabile”.

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