Giovani: Convegno nazionale a Lignano Sabbiadoro. Khoury (palestinese), “dobbiamo avere il coraggio di cercare sempre la verità”. Mortari (Univ. Verona), “L’imprevedibile non è controllabile”

foto SIR/Marco Calvarese

Primo dialogo tutto al femminile in scena a Lignano Sabbiadoro sul palco del XVII Convegno nazionale di Pastorale giovanile dal titolo “La fede nell’imprevedibile”, in programma fino al 2 giugno: sul palco Violette Khoury e Luigina Mortari. La prima è palestinese, araba israeliana e cristiana melchita, donna di Nazareth che si batte nel mondo per la pace, la giustizia e la libertà, l’altra è professoressa ordinaria di Pedagogia generale e sociale presso l’Università degli studi di Verona, dove si occupa anche di ricerche sul tema della cura come concetto filosofico e della sua definizione. Due testimonianze che hanno calamitato l’attenzione delle centinaia di persone raccolte in rappresentanza delle Pastorali giovanili diocesane di tutta Italia, soprattutto nei passaggi durante i quali Khoury ha sottolineato l’importanza di due cose fondamentali per la vita: la pace e la libertà.

“Noi siamo stati sempre controllati”, le parole della donna palestinese che, assieme ad alcune ragazze di Nazareth, ha costruito una rete di conoscenza e preghiera per la pace, proprio per ribadire che “la libertà è un dono di Dio che nessuno può togliere”. Un elemento fondamentale per Khoury è la conoscenza della verità, “anche se può fare male, dobbiamo avere il coraggio di cercarla, sempre”, portando come esempio l’esperienza di sua figlia, indottrinata a scuola con insegnamenti che l’hanno portata a dare della bugiarda alla madre stessa. “L’imprevedibile non è controllabile”, le parole di Luigina Mortari che, tornando sul tema del convegno, ha fatto notare come la società contemporanea preferisca avere tutto sotto controllo, limitando gli spazi a quanto è possibile prevedere. “Veniamo al mondo con il compito di dare senso all’esistenza”, ha proseguito la professoressa dell’Università di Verona che, prendendo spunto da Platone, ha ricordato come l’essere umano sia mosso dal desiderio del bene, seppur questo poi sia un concetto inarrivabile.

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