Diocesi: mons. Moraglia (Venezia), “imminente l’arrivo e l’accoglienza di una comunità monastica cattolico ucraina nel nostro territorio”

“Abbiamo rinnovato – in questa giornata di festa della Sensa – lo sposalizio di Venezia col mare che, mai come quest’anno, vuole essere anche e soprattutto un’invocazione e un grido di pace e di speranza: pace tra gli uomini, pace con il creato, speranza non in senso ‘consolatorio’ ma come impegno concreto volto ad operare, nella consapevolezza dei nostri limiti, con una ‘visione’ integrale e armoniosa della realtà che viviamo”. Lo ha detto il patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, nell’omelia che ha pronunciato ieri, domenica 29 maggio, nella chiesa di San Nicolò al Lido di Venezia, in occasione della solennità dell’Ascensione, dopo il tradizionale corteo acqueo della Sensa. “Il gemellaggio realizzato in tale occasione con la città ucraina di Odessa, in questo legame d’amicizia e di solidarietà che dal Mare Adriatico arriva fino al Mar Nero, ci porta ad esprimere anche nella preghiera il nostro desiderio profondo – ha aggiunto il presule –: cessino di risuonare le armi e le violenze e che si percorra finalmente – dopo oltre tre mesi di guerra – la via del dialogo e della concordia, coniugando le ragioni del diritto e della pacifica convivenza”.
In questi giorni, mons. Moraglia ha avuto modo di incontrare a Roma l’Esarca dei cattolici ucraini di rito bizantino in Italia, mons. Dionisio Paulo Lachovicz, che “mi ha voluto ringraziare per quanto si è fatto e si sta facendo a Venezia attraverso la Caritas, le realtà diocesane ed altre istituzioni pubbliche e private per i profughi provenienti dall’Ucraina”. “Nel colloquio – informa il patriarca –, si è anche parlato dell’imminente arrivo ed accoglienza di una comunità monastica nel nostro territorio, in terraferma, che sarà ulteriore punto di riferimento per i fedeli ucraini che vivono nell’area veneziana”.

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