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Malta: revisione legge fecondazione in vitro. La denuncia di sigle cattoliche, “si maschera una pratica eugenetica”

Una quindicina di sigle cattoliche contestano al governo maltese di voler introdurre una pratica eugenetica attraverso modifiche alla legge sulla fecondazione in vitro: la selezione degli embrioni diventerebbe “uno strumento per consentire la selezione di quale bambino vivrà e quale bambino sarà congelato per sempre”. La legge consentirebbe infatti di effettuare indagini per verificare possibili disordini genetici negli embrioni, per impiantare l’embrione sano. “Il governo cerca di mascherare questa realtà sottintendendo che gli embrioni scartati hanno ancora la possibilità di essere adottati”, si legge nel testo che denuncia. “Negli ultimi due anni, lo stock di embrioni congelati è passato da 180 a oltre 300 quest’anno, senza alcuna menzione di adozioni avvenute”. Ci si domanda “come embrioni scartati dai propri genitori possano essere considerati per l’adozione da altri”. Il principio di fondo è che “nessuno dovrebbe determinare chi deve vivere e chi deve morire”. Invece gli emendamenti alle norme sulla fecondazione in vitro sono “fondamentalmente discriminatori in quanto implicano che la vita delle persone che attualmente vivono con tali condizioni genetiche non ha valore” dal momento che la legge modificata farebbe sì che “embrioni umani con le stesse condizioni genetiche” verrebbero in futuro scartati. L’invito al governo è di “considerare le implicazioni etiche e morali che questa legislazione eugenetica introdurrebbe e ad aprire questo processo di revisione a un’opportuna consultazione”.

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