Sanità: Casellati, “rimettere al centro delle decisioni pubbliche la salute individuale e collettiva come diritto di cittadinanza e come bene comune”

C’è “l’esigenza di rimettere al centro delle decisioni pubbliche la salute individuale e collettiva come diritto di cittadinanza inalienabile e come bene comune, coessenziale alla tutela degli equilibri economici, politici e sociali di qualsiasi Paese”. Lo ha affermato questa mattina il presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, intervenendo alla giornata di approfondimento “Economia&Salute” promossa dall’Università San Raffaele di Roma
La seconda carica dello Stato ha ricordato che “è stato dimostrato che esiste una chiara corrispondenza tra gli investimenti in salute, in ricerca e i ritorni economici”. Casellati ha anche richiamato l’importanza della “riscoperta del valore economico della filiera della salute, che è uno straordinario volano di sviluppo e innovazione, con un valore pari al 10-12% del Pil in molte democrazie del benessere”. Dalla presidente del Senato anche la sottolineatura di come nell’interconnessione tra la dimensione economica e quella sanitaria “forte è stata la spinta impressa dall’emergenza pandemica, che ha operato in una duplice direzione”. “Da un lato – ha spiegato –, la pandemia da Covid-19 è stata una minaccia per l’economia mondiale, come dimostra il significativo calo del Pil globale nel 2020”. “Dall’altro lato – ha proseguito – la pandemia ha anche rivelato lo straordinario contributo che il connubio tra ricerca e produzione su scala globale può offrire alla soluzione dei problemi di salute pubblica”. “Il riferimento – ha rilevato – è agli incredibili risultati raggiunti a livello internazionale grazie allo sviluppo e alla commercializzazione in tempi record dei vaccini, che hanno consentito di ritornare ad una progressiva normalità nelle relazioni sociali e quindi nelle dinamiche economiche”. Casellati ha infine dedicato la conclusione dell’intervento alle “nuove professionalità”: “Abbiamo bisogno di giovani ricercatori, dirigenti, imprenditori e operatori sanitari sensibili al filo comune che lega salute, medicina, ricerca, innovazione, produzione, crescita sociale e sviluppo economico. Figure capaci di declinare competenze manageriali e di finanza pubblica e privata in quel settore ad alta specialità che chiamiamo sanità. Figure aperte alle prospettive della concorrenza in ambiti fortemente competitivi e insieme attente ai valori dell’inclusività e della solidarietà coessenziali a tutti i sistemi assistenziali”. “Questa – ha osservato – è la sfida che abbiamo davanti”.

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