Quaresima: card. Cantalamessa, “evitare la mentalità del padrone della fede”

“Non è facile, per i pastori, evitare la mentalità del padrone della fede”. Lo ha detto padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa pontificia, nella quinta e ultima predica di Quaresima, pronunciata in Aula Paolo VI, alla presenza del Papa e dei membri della Curia Romana. “Per i pastori è spesso su questo punto che si decide il problema della conversione”, ha osservato il cardinale esortando ad “imitare l’agire di Dio”: “Gesù ha vissuto semplicemente: la semplicità è stata sempre l’inizio di un vero ritorno al Vangelo”. “Non c’è nulla che caratterizza meglio agire di Dio quanto il contrasto tra semplicità dei mezzi con cui opera e la grandiosità degli effetti che ottiene”, la citazione di Tertulliano. “Il mondo ha bisogno di grandi apparati, Dio no”, il monito di Cantalamessa, che ha citato l’epoca dei “vescovi-principi” e ha commentato: “la Chiesa vive su questo punto oggi un’epoca d’oro”. Allo spirito di servizio, ha spiegato il predicatore della Casa pontificia, si contrappone “l’attaccamento esagerato alle proprie abitudini e comodità, lo spirito di mollezza. Si fa un idolo del proprio riposo, del proprio tempo libero, del proprio orario”. “Tutti i carismi sono in funzione del servizio, ma in particolare carisma dell’autorità”, ha ricordato il cardinale: “La Chiesa è carismatica, e anche gerarchica, per servire”. “Noi non intendiamo fare da padroni sulla vostra fede, siamo invece i collaboratori vostra gioia”, scrive San Paolo. Gli fa eco Pietro: “Non spadroneggiate sulle persone a voi affidate, ma fatevi modelli del gregge”.

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