Papa Francesco: “non far prevalere le influenze politiche, le inefficienze e le disonestà”. “Fate come Rosario Livatino”

“Quando si alleano i grandi poteri per auto-conservarsi, il giusto paga per tutti”. A denunciarlo è stato il papa, nel discorso rivolto ai membri del Consiglio superiore della magistratura, ricevuti oggi in udienza. “Sono la credibilità della testimonianza, l’amore per la giustizia, l’autorevolezza, l’indipendenza dagli altri poteri costituiti e un leale pluralismo di posizioni gli antidoti per non far prevalere le influenze politiche, le inefficienze e le varie disonestà”, la tesi di Francesco, secondo il quale “governare la magistratura secondo virtù significa ritornare a essere presidio e sintesi alta dell’esercizio a cui siete chiamati”. L’esempio citato è quello di Rosario Livatino, il primo magistrato beato nella storia della Chiesa: “Nella dialettica tra rigore e coerenza da un lato, e umanità dall’altro, Livatino aveva delineato la sua idea di servizio nella magistratura pensando a donne e uomini capaci di camminare con la storia e nella società, all’interno della quale non soltanto i giudici, ma tutti gli agenti del patto sociale sono chiamati a svolgere la propria opera secondo giustizia. ‘Quando moriremo – sono le parole di Livatino –, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili’”. “Livatino è stato assassinato a soli trentotto anni, lasciandoci la forza della sua testimonianza credibile, ma anche la chiarezza di un’idea di magistratura a cui tendere”, l’omaggio del Papa: “La giustizia deve sempre accompagnare la ricerca della pace, la quale presuppone verità e libertà. Non si spenga in voi il senso di giustizia nutrito dalla solidarietà nei confronti di coloro che sono le vittime dell’ingiustizia, e nutrito dal desiderio di vedere realizzarsi un regno di giustizia e di pace”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori