Consacrazione Ucraina e Russia a Immacolato Cuore Maria: mons. Nosiglia (Torino e Susa), serve “un sussulto di impegno per far sì che si cessi ogni guerra”

“Voglia Dio onnipotente e padre di tutti suscitare nella coscienza di ogni persona e di chi ha in mano le sorti dell’umanità un sussulto di impegno per far sì che si cessi ogni guerra e trionfi la pace più sicura e duratura”. Lo ha affermato l’amministratore apostolico di Torino e Susa, mons. Cesare Nosiglia, nell’omelia pronunciata durante la messa che sta presiedendo al santuario della Consolata in occasione della preghiera di consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria.
“Ci uniamo alla supplica accorata del Papa”, ha sottolineato il presule perché la preghiera “porti a cessare ogni guerra e violenza che conduce alla morte e alla distruzione anche la popolazione civile. Voglia l’intercessione di Maria Consolata potente e misericordiosa suscitare nel cuore di chi ha in mano le sorti dei popoli un sussulto di umanità, di giustizia, di perdono e riconciliazione, avviando, con l’aiuto e la garanzia della comunità internazionale, un dialogo costruttivo e riprendere il processo di pace”.
“Noi – ha evidenziato Nosiglia – crediamo che per far cessare ogni guerra e ristabilire la pace occorre abbattere i muri di separazione e di odio tra le persone, le famiglie e i popoli, che si erigono anzitutto nei cuori a causa del male che invade poi la loro vita e quella dei popoli”.
L’amministratore apostolico ha poi ricordato che “gli Stati, afferma il Papa, debbono fare una profonda riflessione ricercando le ragioni dei conflitti, che spesso sono accesi dall’ingiustizia, e a provvedervi con una coraggiosa autocritica. In questo modo, lo stabilimento e il mantenimento della pace e della sicurezza potrà essere perseguito attraverso vie ben diverse dalle attuali, che vedono una corsa agli armamenti sempre più ampia e diffusa, che indirizza su questo obiettivo ingenti risorse finanziarie, distogliendole da progetti di sviluppo delle persone e dei popoli più poveri e bisognosi”. “Questo – ha ammonito – dovrebbe essere il primo impegno per la pace: la solidarietà e la giustizia verso chi ha meno possibilità di vita e di beni per sopravvivere a tante miserie endemiche, di cui soffre la maggior parte dell’umanità (malattie, povertà e denutrizione dei bambini, crisi alimentare)”. “Per noi in Italia – ha aggiunto Nosiglia – la crescente povertà di un ceto medio che si sta aggravando e le grosse difficoltà di alcune imprese come quella dell’ex Embraco che tutti conosciamo dovrebbe abbattere ogni prospettiva di intensificare gli armamenti, come ha ben detto il Papa in questi giorni”. “Pace e solidarietà, giustizia e carità camminano insieme e mai possono essere separate – la convinzione del presule –. Come anche pace e diritti umani primari, come quello alla vita dal suo primo istante al suo naturale tramonto; il diritto ad avere una famiglia unita nel matrimonio; il diritto all’educazione e all’istruzione; il diritto alla libertà religiosa, all’accoglienza e alla integrazione”.

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