Sanità: Fnopi e associazioni cittadini pazienti, “servono più infermieri, specializzati e primi referenti in percorsi cura per garantire qualità assistenza”

Servono più infermieri, integrati con le altre professionalità e con un ruolo di case manager, cioè di referenti per i pazienti per collegarli alle prestazioni di cui davvero hanno bisogno. Un pool di associazioni della Consulta cittadini e pazienti della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) – 47 associazioni che rappresentano i portatori delle principali e più debilitanti patologie – presenti in un tavolo tematico nell’ambito del 17° Forum Risk Management ad Arezzo, hanno evidenziato con forza, per garantire assistenza di qualità alle categorie che rappresentano, le stesse necessità emerse dagli Stati generali della professione infermieristica in cui tutti gli infermieri iscritti agli ordini (460mila) hanno avuto la possibilità di dire la loro sul futuro della professione grazie a una piattaforma online che la Fnopi ha messo a disposizione per una consultazione pubblica aperta e trasparente.
Gli infermieri, secondo le Associazioni dei cittadini pazienti, devono avere una funzione di educatori, non solo in ambito assistenziale, ma anche come facilitatori in ambito di tele assistenza e con una particolare attenzione alla formazione dei caregiver. E devono avere anche un maggior ruolo e impegno nella ricerca, per intervenire sugli ambiti più strategici per la società contemporanea: invecchiamento della popolazione, gestione delle cronicità, qualità della vita dei più fragili, per offrire cure infermieristiche a cittadini e famiglie coerenti alle evidenze disponibili, migliorando gli esiti sui pazienti.
La cornice di tutto questo dovrà necessariamente essere l’introduzione di nuovi livelli essenziali di assistenza e l’aggiornamento di quelli esistenti per non lasciare indietro cronicità (in Italia ne sono affetti circa 24 milioni di persone) e patologie rare (i malati rari sono tra i 2 e 3,5 milioni). Le associazioni chiedono anche per gli infermieri la revisione della formazione universitaria, l’affermazione della figura dell’infermiere di famiglia  e di comunità per garantire la continuità ospedale-territorio, l’aggiornamento professionale continuo, e un’organizzazione dei servizi per garantire la presenza h24 a fianco dei cittadini. Richieste già emerse dagli Stati generali.

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