Papa Francesco: udienza, “il diavolo entra di nascosto”, “fermarsi un pò per capire cosa è successo non nei giornali, ma nel mio cuore”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Lo stile del nemico – quando parliamo del nemico, parliamo del diavolo: il demonio esiste – è di presentarsi in maniera subdola, mascherata: parte da ciò che ci sta maggiormente a cuore e poi ci attrae a sé, a poco a poco: il male entra di nascosto, senza che la persona se ne accorga”. A ribadirlo è stato il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in piazza San Pietro e dedicata alla consolazione. “E con il tempo la soavità diventa durezza: quel pensiero si rivela per come è veramente”, ha osservato Francesco: “Da qui l’importanza di questo paziente ma indispensabile esame dell’origine e della verità dei propri pensieri; è un invito ad apprendere dalle esperienze, da quello che ci capita, per non continuare a ripetere i medesimi errori”. “Quanto più conosciamo noi stessi, tanto più avvertiamo da dove entra il cattivo spirito, le sue password, le porte d’ingresso del nostro cuore, che sono i punti su cui siamo più sensibili, così da farvi attenzione per il futuro”, la tesi del Papa. “Ognuno di noi ha i punti più sensibili e più deboli propria personalità”, ha spiegato a braccio: “E da lì entra il cattivo spirito e ci porta nella strada non giusta, o ci toglie dalla strada giusta”. “Gli esempi potrebbero essere moltiplicati a piacere, riflettendo sulle nostre giornate”, ha fatto notare Francesco: “Per questo è così importante l’esame di coscienza quotidiano: prima di finire la giornata fermarsi un po’. Cosa è successo non nei giornali, nel mio cuore. È la fatica preziosa di rileggere il vissuto sotto un particolare punto di vista. Accorgersi di ciò che capita è importante, è segno che la grazia di Dio sta lavorando in noi, aiutandoci a crescere in libertà e consapevolezza. Noi non stiamo soli: è lo Spirito Santo che è con noi”.
“La consolazione autentica – ha detto il Papa – è una sorta di conferma del fatto che stiamo compiendo ciò che Dio vuole da noi, che camminiamo sulle sue strade, cioè nelle strade della vita, della gioia, della pace. Il discernimento, infatti, non verte semplicemente sul bene o sul massimo bene possibile, ma su ciò che è bene per me qui e ora: su questo sono chiamato a crescere, mettendo dei limiti ad altre proposte, attraenti ma irreali, per non essere ingannato nella ricerca del vero bene”. Per Francesco, occorre “andare avanti nel capire cosa succede nel mio cuore”: “E per questo – ha concluso, ancora a braccio – ci vuole l’esame di coscienza, per vedere cosa è successo oggi. Cercare la radice di questi sbagli. Imparare a leggere nel libro del nostro cuore: cosa è successo durante la giornata. Fatelo, sono due minuti, ma vi farà bene, ve lo assicuro!”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa