Lavoro: Ocse, in Italia per la crisi Covid cresciuto lo smartworking ma con disparità

Durante la crisi, lo smartworking ha raggiunto il 40% in Italia, ma è stato particolarmente disuguale l’accesso tra lavoratori con diversi livelli di istruzione. Lo sottolinea l’Ocse nella scheda dedicata all’Italia nel suo “Employment Outlook 2021” diffuso oggi.
“L’uso del telelavoro è aumentato drasticamente durante la crisi del Covid-19, dal 16% al 37% dei dipendenti nei Paesi Ocse”. “Ciò – viene spiegato – ha salvato milioni di posti di lavoro, ma ha anche sollevato alcune preoccupazioni sull’equilibrio tra lavoro e vita privata”. L’Ocse sottolinea come l’’accesso al telelavoro sia stato disomogeneo. Il 55% dei lavoratori altamente istruiti è stato in grado di lavorare da casa, contro il 19% dei lavoratori poco istruiti. La percentuale di lavoro da casa ad aprile 2020 è stata superiore al 60% tra i lavoratori laureati, ma è rimasta trascurabile tra quelli con un’istruzione inferiore alla scuola superiore. “In Italia, la quota di lavoratori con istruzione primaria che ha dovuto interrompere l’attività lavorativa è stata del 58%, 20 punti percentuali in più rispetto alla media Ocse”.

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