Africa: Consiglio Chiese Swaziland, “preoccupazione per la violenza in eSwatini. Seppellire l’ascia di guerra e trovare una soluzione negoziata”

Il Consiglio delle Chiese dello Swaziland segue “con grande preoccupazione” gli eventi che si stanno verificando in eSwatini. “L’ondata di violenza e i danni alle proprietà sono preoccupanti”, scrive il Consiglio delle Chiese, chiedendosi “cosa sta causando questo e quale potrebbe essere la soluzione”. “Il Covid-19 che ha colpito il mondo intero ha turbato la vita di tante persone al punto da farle perdere il lavoro, esacerbando così gli alti livelli di povertà già esistenti nel Paese – l’analisi -. La mancata disponibilità di opportunità di lavoro ha reso i giovani vulnerabili e frustrati. Le difficoltà economiche erano un problema anche prima della pandemia, ma sono con il Covid ulteriormente peggiorate”. I cambiamenti resi necessari dalla pandemia, come i blocchi, non hanno migliorato la situazione, a cui si sono aggiunti altri problemi sociali come la violenza di genere in aumento. E “mentre i servizi forniti dal governo diminuivano aumentava, per contro, la brutalità delle forze dell’ordine contro la gente”. Questo ha generato ulteriori frustrazioni che sono sfociate nelle violenze attuali, sia da parte delle forze di sicurezza sia dai manifestanti, che hanno distrutto e vandalizzato proprietà e saccheggiato negozi. D’altra parte “le forze di sicurezza hanno picchiato e ucciso. Abbiamo anche raccolto testimonianze di persone che sono state rapite dalle loro case da agenti di sicurezza e i parenti le stanno ancora cercando”. Il Consiglio delle Chiese aggiunge: “Tale violenza non è mai stata osservata nel Paese e siamo preoccupati per gli effetti a lungo termine sulla popolazione di eSwatini”. Di qui l’appello: “È necessario uno sforzo congiunto di tutte le persone coinvolte a beneficio di tutti. Il dialogo è di solito il modo migliore per raggiungere una soluzione”. È per questo motivo che, come Chiese del Consiglio dello Swaziland, “supplichiamo tutti di seppellire l’ascia di guerra e di venire al tavolo per una soluzione negoziata ai problemi. Nessun partito ha il monopolio della saggezza per risolvere i problemi, ma menti e punti di vista diversi possono dare una soluzione migliore. Il governo dovrebbe essere disposto a impegnarsi in modo significativo con coloro che hanno una visione diversa”. Come Consiglio “abbiamo già presentato al governo una proposta di dialogo e riteniamo che l’apertura dei negoziati sia urgente come ieri perché non si può permettere che la distruzione a cui stiamo assistendo vada oltre”. Il Consiglio delle Chiese dello Swaziland resta a disposizione “per cercare di negoziare con tutte le parti per avviare un tavolo delle trattative”. Raccomandando a tutti “un po’ di moderazione”, il Consiglio conclude: “Le frustrazioni sono comprensibili ma agire sulle frustrazioni non porterà i risultati desiderati. Chiediamo pertanto a tutti di esercitare cautela e di astenersi da attività che potrebbero causare ulteriori danni e perdite di vite umane”.

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