Romania: diocesi romano-cattolica di Alba Iulia ricorre alla Corte di Strasburgo per il recupero della storica Biblioteca Batthyáneum

L’arcidiocesi romano-cattolica di Alba Iulia (Romania) ha deciso di rivolgersi alla Corte europea per i diritti dell’uomo (Cedu) per il recupero della storica Biblioteca Batthyáneum, confiscata dal regime comunista nel 1950 e ora nell’amministrazione della Biblioteca nazionale romena. E i vescovi della Conferenza episcopale romena hanno solidarizzato con la causa dell’arcidiocesi, ricordando che “il riconoscimento del diritto di proprietà è uno dei pilastri dello stato di diritto, garantito dalla Costituzione”. “Il regime comunista ha confiscato nel 1949 in modo abusivo i beni della Chiesa cattolica di ambedue i riti, della Chiesa romano-cattolica e della Chiesa greco-cattolica. La restituzione ai proprietari di questi beni confiscati costituisce anche un necessario atto per il consolidamento della democrazia in Romania”, afferma la Conferenza episcopale romena. È la seconda volta che l’arcidiocesi di Alba Iulia si rivolge alla Cedu, dopo oltre 20 anni di conflitti per la Biblioteca Batthyáneum. Nel 2012, la Corte europea aveva condannato lo Stato romeno per non aver messo in pratica la decisione di un tribunale che lo obbligava a restituire all’arcidiocesi i beni confiscati dal regime comunista. Visto il rifiuto dello Stato di restituire i beni, l’arcidiocesi ha iniziato nel 2014 un altro processo, respinto ora in modo definitivo da un’Alta corte romena. In un comunicato stampa, l’arcidiocesi considera “ingiusta e inammissibile la decisione della Corte romena” e annuncia il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo.
La Biblioteca Batthyáneum è stata fondata dal vescovo cattolico Ignazio Batthyány, nel 18° secolo, e custodisce più di 18mila manoscritti e libri, tra cui numerose opere rare, come i frammenti di Codex Aureus, l’Evangeliario dell’Abbazia di Lorsch, con i vangeli di Matteo e Marco risalenti all’812. Dopo più di 30 anni dalla caduta del regime dittatoriale di Ceausescu, le Chiese della Romania non sono ancora riuscite a recuperare i beni confiscati negli anni 1948-1950 e tante diocesi, eparchie e congregazioni religiose cattoliche cercano giustizia nei tribunali.

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