Recovery Plan: nasce Libenter per monitoraggio attuazione Pnrr. Don Ciotti (Libera), “lotta a mafie e corruzione richiede misure repressive e impegno educativo. Attenzione a rischio normalizzazione”

L’invito ad elaborare un “pensiero nuovo, radicale, rigeneratore”, dato che la presenza criminale è dentro le “fessure” della nostra società. A lanciarlo è stato oggi don Luigi Ciotti, presidente di  Libera/Gruppo Abele, intervenuto questo pomeriggio alla presentazione del progetto Libenter, nato con l’obiettivo di monitorare in modo trasversale l’attuazione del Pnrr. “La lotta alle mafie e alla corruzione richiede adeguate misure giuridiche e repressive, ma perché siano incisive è necessario un grande impegno culturale, educativo, sociale”, ha avvertito don Ciotti, secondo il quale oggi “riscontriamo un pericolo strisciante: c’è tanta disattenzione che porta alla normalizzazione di questi fenomeni, cioè il fingere che il problema sia meno grave di quel che sembra o che addirittura non esista, complice il suo manifestarsi in forme anche nuove e meno aggressive”. Dunque, «la lotta alle mafie e alla corruzione non può essere una questione solo delegata agli addetti ai lavori, come se fosse un settore specifico della vita pubblica: è necessario allargare a tutti questa battaglia, attraverso percorsi di partecipazione”. Questo “è il senso delle comunità monitoranti di Libera”,  il contributo che p”ortiamo a questo progetto” perché “fa piacere costruire un noi e camminare con altri”.
Oltre alle comunità monitoranti, per una riuscita dei progetti contenuti nel Pnrr e per un utilizzo corretto delle risorse europee serve in primis l’elaborazione di un metodo di valutazione soprattutto delle Amministrazioni regionali e/o locali chiamate a spendere il denaro. Ne è convinto il presidente di Fondazione etica Gregorio Gitti: “Una buona capacità amministrativa è la premessa essenziale per i Comuni e/o le Regioni che puntano su investimenti trasparenti e di successo”.
“La riuscita dei singoli progetti e più in generale del Pnrr – ha concluso il presidente del Cnel Tiziano Treu – è strettamente connessa, oltre che alla qualità del monitoraggio attuato dai soggetti e delle categorie sociali direttamente interessate”, allo “strumento della partecipazione” dei corpi intermedi.

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