Etiopia: Unicef, almeno 1,6 milioni di persone, tra cui oltre 720mila bambini, sfollati a causa dei combattimenti nel Tigray

“L’ampiezza e la gravità delle violazioni dei diritti dei bambini che si stanno verificando in tutto il Tigray non mostrano alcun segno di diminuzione, a quasi sette mesi dallo scoppio dei combattimenti nel nord dell’Etiopia”. È quanto denuncia oggi Henrietta Fore, direttore generale dell’Unicef.
“Finora – spiega – oltre 6.000 bambini non accompagnati o separati sono stati identificati e registrati per la protezione e l’assistenza. Temiamo che ci siano molti altri bambini che hanno bisogno di sostegno in aree che non possiamo raggiungere a causa dell’insicurezza o delle restrizioni di accesso imposte dalle parti in conflitto”. Secondo Fore, “il tracciamento e il ricongiungimento familiare sono ostacolati da telecomunicazioni limitate, presenza limitata di assistenti sociali e accesso limitato oltre le linee di controllo”. Inoltre, “le donne e le ragazze sono ancora soggette a spaventosi atti di violenza sessuale. Oltre 540 sopravvissute hanno ricevuto aiuto attraverso i programmi dell’Unicef dallo scoppio dei combattimenti nel novembre 2020, ma la generale mancanza di sicurezza e la paura di rappresaglie lasciano un numero incalcolabile di sopravvissute incapaci di ricevere le cure e i servizi di cui hanno urgente bisogno”.
Bambini, genitori e chi si prende cura di loro riferiscono di una profonda ansia e angoscia, affermando di temere ritorsioni o attacchi mentre i partner di Unicef continuano a segnalare arresti e detenzioni arbitrarie.
“Almeno 1,6 milioni di persone, tra cui oltre 720.000 bambini, sono stati sfollati a causa dei combattimenti in tutta la regione”, aggiunge Fore, segnalando che “le condizioni nei siti per gli sfollati e nei campi per i rifugiati sono di sovraffollamento, insalubri e insicure, amplificando i rischi di violenza di genere, abuso o sfruttamento, e malattie legate all’acqua”.
“Gran parte del Tigray rimane inaccessibile agli operatori umanitari”, sottolinea Fore, evidenziando che “da inizio di aprile, almeno 31 missioni di team mobili per la salute, la nutrizione e l’acqua sostenute dall’Unicef e dai partner sono state bloccate, a causa dell’insicurezza o perché sono state oggetto di vessazioni e gli è stato negato il passaggio”.
“I bambini stanno pagando un prezzo terribile per questo conflitto”, conclude Fore, chiedendo “a tutte le parti di rispettare il loro obbligo fondamentale di permettere un accesso senza ostacoli e duraturo ai civili che hanno bisogno di assistenza, in particolare ai bambini” e a “prevenite la separazione dai loro genitori o da chi si occupa di loro”.

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