Infanzia: Save the Children e Alleanza 10 in condotta, presentato il Rapporto “Come costruire una comunità educante in grado di tutelare bambini e bambine”

Viene pubblicato il Rapporto “Come costruire una comunità educante in grado di tutelare bambini e bambine. Rapporto per la diffusione di sistemi di tutela dell’infanzia e dell’adolescenza in tutti i contesti educativi” realizzato da Save the Children e dall’Alleanza 10 in condotta, un insieme di associazioni e organizzazioni che intendono mettersi direttamente in gioco per rafforzare la prevenzione degli abusi a partire dai propri ambiti di intervento e, allo stesso tempo, promuovere la diffusione e l’applicazione di un sistema di tutela in tutto il Paese, anche rivolgendosi alle istituzioni. Il Rapporto, diffuso oggi, è la prima iniziativa dell’Alleanza, che racconta, a partire da un questionario di autovalutazione somministrato alle organizzazioni firmatarie, quale sia lo stato di applicazione dei sistemi di tutela al loro interno.
Dalle risposte raccolte emerge, per esempio, che la maggioranza delle organizzazioni negli ultimi anni si è dotata o si sta dotando di una Child Safeguarding Policy (60% circa). Tra le organizzazioni che dichiarano di avere una Child Safeguarding Policy, le misure specifiche vigenti riguardano principalmente indicazioni sul comportamento da tenere con i beneficiari minori (nel 72,97% dei casi), sensibilizzazione e formazione tematica specifica (nel 67,57% dei casi) e misure per il reclutamento sicuro (nel 56,76% dei casi). Per quanto riguarda le procedure di segnalazione, il 60% conferma che la propria organizzazione adotta indicazioni chiare, formalizzate e diffuse rivolte allo staff e/o ai partner sul come e a chi segnalare in maniera confidenziale potenziali abusi. Infine, i bambini o ragazzi più grandi hanno a disposizione numeri telefonici dedicati nel 40% dei casi e indirizzi mail dedicati per il 23,33%.
“L’Alleanza nasce dalla considerazione che troppo spesso le cronache ci consegnano casi di abuso e maltrattamento ai danni dei minori, anche molto piccoli, consumati nei luoghi che dovrebbero essere per loro i più sicuri, tra cui la scuola, l’asilo nido, il centro ricreativo o sportivo – si legge in una nota -. Ancora più grave appare il fatto che questi abusi siano compiuti dalle figure adulte di riferimento – educatori, insegnanti, allenatori sportivi – violando un patto di fiducia essenziale per la crescita, con conseguenze che possono essere molto gravi e durature nel tempo”. Save the Children e le organizzazioni riunite nell’Alleanza concordano che sia possibile rendere sicure e tutelanti le attività a diretto contatto con i minorenni “attraverso l’adozione di un sistema di tutela, quali ad esempio: regole di comportamento, chiare procedure di segnalazione, individuazione delle figure responsabili. Ciascun ente o singolo che si faccia promotore di servizi e attività in cui sono coinvolti in modo diretto o indiretto le persone minorenni dovrebbe essere obbligato ad assumere impegni concreti per la loro protezione, attraverso l’adozione di adeguati standard, strumenti e procedure, al fine di assicurare che essi non subiscano e non siano esposti al rischio di subire violazioni o abusi come conseguenza delle attività e del comportamento attivato dagli adulti coinvolti”.

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