Stati generali natalità: Bernabei (Lux vide), “i cattolici devono ribellarsi alla falsa rappresentazione della famiglia”

“Nessuno a livello di comunicazione sta lavorando a rompere lo schema che avere tanti figli è una disgrazia. Il buon esempio l’ho avuto da mio padre che ha avuto otto figli. Non c’è mai un momento giusto per avere un figlio. Quando io e mia moglie ci siamo sposati stavamo in una casa di 45 metri quadri”. A raccontarlo, stamattina, agli Stati generali della natalità è stato Luca Bernabei, amministratore delegato della Lux vide, accompagnato dalla moglie Paola, professoressa universitaria. “Quando ci siamo conosciuti – ha confessato Paola – subito mi ha parlato di matrimonio e figli, ma io allora ero una studentessa alla Luiss e, pur provenendo da una famiglia cattolica, non avevo alcuna intenzione di avere figli. Poi bisogna essere sempre aperti verso la vita: ho cambiato idea e oggi abbiamo sei figli. Ma in me c’era il seme buono piantato dalla mia famiglia”. “Ogni figlio, come dicevano le nostre nonne, porta un regalo e per noi è stato così”, ha aggiunto il marito. Passando dall’esperienza personale al mondo della comunicazione, Bernabei ha evidenziato: “In televisione la famiglia viene ‘stuprata’, perdonatemi il termine, perché vengono mostrati i suoi aspetti più biechi. È un errore enorme da parte di noi cattolici di non ribellarci. Invece, dobbiamo alzare la testa e mostrare famiglie che litigano, hanno problemi, ma alla fine ce la fanno. Diceva mio padre che la gente, dopo aver visto la tv, deve andare a letto serena. E nelle nostre fiction alla fine c’è sempre una composizione per non creare ansia sulle famiglie”. Parlando della serie tv “Doc”, Bernabei ha precisato: “Il protagonista ha dimenticato tutto ma non l’amore per la moglie, perché noi pensiamo che quel sì che ci diciamo quel giorno è eterno. Lo sforzo che noi facciamo è di rappresentare il bene”. Alla fine sono saliti sul palco i sei figli, dai 23 agli 8 anni.

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