Diocesi: mons. Marangoni (Belluno-Feltre), “essere portatori di speranza e di gioia”

“Essere portatori di speranza e di gioia”. È l’esortazione rivolta questa mattina dal vescovo di Belluno-Feltre, mons. Renato Marangoni, al termine della celebrazione eucaristica che ha presieduto in occasione della solennità dei santi martiri Vittore e Corona, nel santuario loro dedicato.
Nell’omelia, il vescovo ha ripreso l’invito di san Pietro, ascoltato nella seconda lettura: “Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi”. “L’invito che ci giunge da questa parola appena annunciata”, ha commentato, è che “Lui, il Risorto, è in noi ed è la nostra speranza”.
Marangoni si è poi soffermato sulla “testimonianza di vita dei martiri Vittore e Corona”: “Ci testimoniano – ha spiegato – che la vita può risultarci difficile, faticosa, attraversata da avversità e da dolore, ma non è questo il senso della vita, non è questa la promessa che la vita ci riserva, la vita non ci sbatte contro la sofferenza, la contrarietà e la persecuzione. Vittore e Corona hanno pregustato ciò che la vita nel suo frutto più maturo è chiamata ad esprimere, a lasciare in dono. E lo è un grande dono, immenso, la vita”. Il vescovo ha sottolineato che è “eccezionale, coraggioso Gesù nell’affermare che la gioia va ritrovata, riconosciuta e goduta quando viene al mondo un uomo, una donna. E noi stiamo continuamente venendo al mondo. Siamo continuamente dati alla luce. Anche sul mondo, sulle nostre storie, sulle nostre situazioni di vita che ci lasciano spesso traballanti, fragili e sospesi Gesù pone il dono della gioia. Il mondo stesso – dice – è chiamato alla gioia”.
“L’appello a cercare, attendere, preparare e poi accogliere la gioia che è nelle profondità della vita è anche una nostra responsabilità”, ha ammonito Marangoni: “È un appello alla comunità ecclesiale, lo è anche alla comunità civile, alla città di Feltre. Pietro ci ha suggerito come rendere ragione di questa speranza che attende che la vita esprima la promessa della gioia che essa contiene, custodisce e alimenta. Pietro ci dice: questo rendere ragione sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, ad anticipare quasi il frutto maturo della gioia”.

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