Papa Francesco: “come è possibile che una donna debba vergognarsi perché è incinta?”. Bene assegno unico, ma servono “riforme”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

”Perché il futuro sia buono, occorre prendersi cura delle famiglie, in particolare di quelle giovani, assalite da preoccupazioni che rischiano di paralizzarne i progetti di vita”. Ne è convinto il Papa, che intervenendo agli Stati Generali della Natalità, iniziativa on line del Form delle associazioni familiari e in corso all’Auditorium della Conciliazione di Roma, ha citato le criticità dell’Italia: “Penso allo smarrimento per l’incertezza del lavoro, penso ai timori dati dai costi sempre meno sostenibili per la crescita dei figli: sono paure che possono inghiottire il futuro, sono sabbie mobili che possono far sprofondare una società. Penso anche, con tristezza, alle donne che sul lavoro vengono scoraggiate ad avere figli o devono nascondere la pancia”. “Com’è possibile che una donna debba provare vergogna per il dono più bello che la vita può offrire?”, l’obiezione di Francesco, secondo il quale: “Non la donna, ma la società deve vergognarsi, perché una società che non accoglie la vita smette di vivere. I figli sono la speranza che fa rinascere un popolo!”. “Finalmente in Italia si è deciso di trasformare in legge un assegno, definito unico e universale, per ogni figlio che nasce”, l’apprezzamento del Papa, unito all’auspicio che “questo assegno venga incontro ai bisogni concreti delle famiglie, che tanti sacrifici hanno fatto e stanno facendo, e segni l’avvio di riforme sociali che mettano al centro i figli e le famiglie. Se le famiglie non sono al centro del presente, non ci sarà futuro; ma se le famiglie ripartono, tutto riparte”.

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