Xylella: Prandini (Coldiretti), “aumentare controlli a frontiere Europa per fermare l’invasione di organismi alieni nocivi”

“Bisogna aumentare i controlli alle dogane e specializzare i punti d’ingresso della merce nella Ue per fermare l’invasione di organismi alieni nocivi, dalla Xylella agli insetti, arrivati nelle campagne italiane soprattutto con le piante e i semi dall’estero con danni per oltre un miliardo sul piano ambientale, paesaggistico e produttivo”. È quanto afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, in occasione della presentazione a Brindisi della prima task force cinofila anty Xylella con cani addestrati in grado di individuare la presenza del pericoloso batterio tramite l’olfatto. Dalla cimice asiatica al cinipide del castagno, dalla Xylella al moscerino dagli occhi rossi, dal calabrone asiatico al punteruolo rosso, in Italia, evidenzia la Coldiretti, “è in atto una vera e propria invasione di specie aliene dannose per coltivazioni, frutta, verdura, miele e piante di parchi e giardini. Sotto accusa è il sistema di controllo Ue con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari”.
“Siamo di fronte a una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni”, spiega Prandini, per il quale “serve un cambio di passo nelle misure di prevenzione e di intervento sia a livello comunitario sia nazionale, è necessaria una strategia condivisa tra enti regionali, nazionali e comunitari per fermare la malattia e ridare speranza di futuro a territori che hanno perso l’intero patrimonio olivicolo e paesaggistico. Ricerca e prevenzione devono diventare le parole d’ordine, con il sostegno delle istituzioni perché la Xylella è un disastro ambientale, un problema di tutti”.
La Xylella è arrivata in Italia portata da piante tropicali giunte dall’America latina e fino a oggi ha infettato oltre 8mila chilometri quadrati con oltre 21 milioni di ulivi colpiti, molti dei quali monumentali. Tra le conseguenze della crisi, frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia e 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine di oliva. Il batterio avanza al ritmo di 2 chilometri al mese e, dopo aver devastato gli ulivi del Salento, minaccia la maggior parte del territorio Ue dove sono stati individuati altri casi di malattia, dalla Francia alla Spagna, dalla Germania al Portogallo.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori