Xylella: Coldiretti, al via la prima squadra di cani specializzati nell’individuazione precoce del batterio attraverso l’olfatto

(Foto: Coldiretti)

La capacità di identificare precocemente piante infette da Xylella fastidiosa, il patogeno che sta divorando l’olivicoltura pugliese e minacciando l’intero bacino del Mediterraneo, è una delle condizioni essenziali sia per prevenirne l’arrivo del batterio in territori indenni sia per contrastarne efficacemente l’avanzata laddove già presente. I metodi diagnostici attualmente disponibili richiedono un dispendio di risorse umane e finanziare difficilmente sostenibili nel medio-lungo termine. Per tale ragione dalla collaborazione fra Ente nazionale della cinofilia italiana (Enci), Unaprol, Coldiretti e Cnr-Ipsp (Istituto per la protezione sostenibile delle piante) è nato un progetto che si propone di mettere a punto un rapidissimo ed efficace metodo di diagnosi precoce del batterio.
La prima “task force cinofila anti Xylella” con cani specializzati nell’individuazione precoce del batterio attraverso l’olfatto è stata presentata per la prima volta a livello nazionale nella masseria San Martino a Fasano (Brindisi), frazione Pezze di Greco, dove si sono messi all’opera con successo i primi cani addestrati per individuare l’insidiosa malattia degli ulivi. La nuova squadra speciale a quattro zampe è composta da sei unità: 2 jack russel, 1 pastore belga malinois, 1 segugio, 1 labrador retriever, 1 springer spaniel inglese.
“Con la Xylella che sta facendo strage di ulivi in Puglia avanzando pericolosamente e minacciando anche altre regioni d’Italia, la velocità nell’individuare i focolai diventa un elemento strategico fondamentale per eliminare subito i nuovi centri di diffusione della malattia arrivata in Italia per colpa di alcune piante importate dall’America Latina. Come già avviene in porti e aeroporti contro trafficanti di droga e armi, si tratta della prima iniziativa pilota per sviluppare nuove azioni, anche ai confini, per prevenire la diffusione di malattie e insetti alieni che a seguito dei cambiamenti climatici e della globalizzazione dei commerci passano sempre più spesso le frontiere per arrivare in Italia dove causano perdite enormi all’ambiente, alla biodiversità e al patrimonio agroalimentare nazionale con danni all’occupazione e all’economia”, spiegano l’Enci, Unaprol, Coldiretti e Cnr-Ipsp.
“Addestramento ed impiego di unità cinofile nel rilevamento precoce della Xylella fastidiosa” è il titolo del progetto di ricerca. I protocolli di addestramento selettivo, che prevedono per ciascun grado di avanzamento delle prove il raggiungimento di un livello di accuratezza del 100%, hanno dimostrato che gli Xdd – Xylella Detection Dogs – sono in grado di identificare il patogeno individuando “l’odore specifico” rispetto all’insieme degli odori emessi dai campioni utilizzati.
Ora la sperimentazione prosegue su due direttrici parallele. La prima riguarda il passaggio dalle esercitazioni svolte in condizioni controllate a quelle effettuate in ambiente reale. La seconda riguarda l’identificazione e la caratterizzazione dei componenti volatili organici rilevati dall’olfatto dei cani.
“Siamo orgogliosi di essere qui oggi, in questa giornata in cui presentiamo un’eccellente innovazione italiana su scala mondiale. Il piano che ha portato le nostre unità cinofile a riconoscere preventivamente il batterio Xylella è nato negli anni tramite diverse iniziative pilota. Il progetto è basato su parametri internazionali e sull’esperienza svolta dalle squadre cinofile nell’individuazione della peste suina, attività dalla quale è nata l’idea di sviluppare l’iniziativa anche sul batterio Xylella. Il progetto, nato da Enci e Coldiretti con il supporto del Cnr, testimonia il nostro impegno nella valorizzazione delle funzioni cinofile anche nel contesto di problematiche ambientali”, ha dichiarato il presidente Enci Dino Muto.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori