Cile: appello dei vescovi in vista del ballottaggio di domenica, “votare in coscienza cercando il massimo bene comune possibile”

(Foto Cech)

Poiché la partecipazione civica è uno dei pilastri della democrazia, “cattolici e cittadini sono chiamati ad esercitare il diritto di voto”, e sono invitati “a votare in coscienza, considerando i principi cristiani fondamentali per l’ordine sociale e politico”. Un dovere “che ciascuno di noi è chiamato ad assumere, anche quando le opzioni in gioco presentino dei profili inadeguati rispetto a quei medesimi principi”. In ogni caso, la decisione va presa in vista del “massimo bene comune” possibile nelle circostanze che sono date. Sono questi i passaggi centrali del messaggio che la Commissione permanente della Conferenza episcopale del Cile (Cech) ha diffuso ieri, a tre giorni dal decisivo ballottaggio per le elezioni presidenziali.
Le parole dei vescovi fanno intendere la difficoltà del momento. Il ballottaggio, infatti, mette di fronte due candidati agli opposti: José Antonio Kast, esponente dell’estrema destra e in gioventù estimatore di Pinochet, e Gabriel Boric, ex leader studentesco, a capo di una coalizione di sinistra che comprende anche il Partito comunista. Il primo al primo turno ha conquistato un vantaggio di circa due punti percentuali, ma i sondaggi effettuati in queste settimane, dopo il primo turno, hanno invece perlopiù registrato un vantaggio di Boric, che è stato considerato vincitore dell’ultimo faccia a faccia e che ha incassato l’appoggio dell’ex presidente socialista Michelle Bachelet.
Scrivono ancora i vescovi: “Domenica prossima avremo un nuovo presidente della Repubblica e d’ora in poi pregheremo per lui e per il suo Governo. Gli chiediamo di governare per tutti i cileni, cercando vie di dialogo, intesa, giustizia e fratellanza. Chiediamo a entrambi i candidati di onorare i valori democratici, accettare il parere dei cittadini e collaborare, dal loro posto, a costruire una comunità politica la cui anima è la carità sociale”.
Tuttavia, la Commissione permanente della Cech non si sottrae a dare un giudizio anche severo rispetto all’attuale contrasto tra i due schieramenti, sottolineando che le elezioni si svolgono “in un contesto di polarizzazione, che si è riflesso in un clima di campagna aggressiva e squalificante, che alimenta il disamore per la politica e ha impedito più volte di affrontare in modo approfondito la questioni di fondo che interessano i cileni”. In ogni caso, “un certo tono di moderazione nelle proposte e il riconoscimento degli errori da parte dei candidati è un aspetto positivo che abbiamo riscontrato nelle ultime settimane”. I politici richiamano, però, tutti i cittadini alle loro responsabilità, e avvertono che il Cile non si costruisce solo con l’azione dei suoi politici, citando le parole di Papa Francesco: “Ogni giorno ci viene offerta una nuova opportunità, una nuova tappa. Non dobbiamo pretendere tutto da chi ci governa, sarebbe infantile. Godiamo di uno spazio di corresponsabilità capace di avviare e generare nuovi processi e trasformazioni”.

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