Siria: il card. Sandri in visita di solidarietà ai nosocomi cattolici di Damasco che fanno parte del progetto “Ospedali aperti”

(Foto Congregazione Chiese orientali)

È stata una giornata interamente dedicata alle realtà di assistenza e cura quella di ieri del card. Leonardo Sandri, la terza della sua visita in Siria. Accompagnato dal nunzio apostolico, card. Mario Zenari, il Prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, si è recato presso l’Ospedale Italiano e quello Francese di Damasco per conoscere da vicino il progetto “Ospedali Aperti”, attivo dal 2017 per iniziativa dello stesso nunzio Zenari, coadiuvato dalla Fondazione Avsi, rappresentata durante la visita da due suoi rappresentanti. Obiettivo del progetto, secondo quanto riporta una nota della Congregazione per le Chiese orientali, è “assicurare cure mediche gratuite anche ai più poveri” grazie al coinvolgimento di tre nosocomi cattolici no profit, gli ospedali Italiano e Francese a Damasco e quello ‘St. Louis’ ad Aleppo”, con l’aiuto delle Congregazioni cattoliche che hanno in gestione gli ospedali, e di diversi “donors”, tra cui la Cei, la fondazione “Policlinico universitario Gemelli” e il Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, e del supporto tecnico di Avsi. L’iniziale durata del progetto, stabilita in tre anni, dal 2017 al 2020, è stata prolungata al 2021 e da poco al 2023, anche se di recente, è stato fatto notare al card. Sandri, “emerge la fatica a sostenere le spese garantendo la continuazione delle attività. Si sta lavorando quindi da anni su due filoni: quello di adeguare le strutture mediche esistenti, che rimarranno in eredità anche quando il progetto non potesse essere più portato avanti accanto al tentativo di trattenere il personale medico ed infermieristico con un bonus salariale che scoraggi la ricerca di partire per altre Nazioni, abbandonando la Siria”.

Card. Sandri a Damasco, visita al progetto “Ospedali Aperti” (Foto Congregazione Chiese orientali)

Il personale medico, è stato detto, “è sì molto specializzato, ma come il resto della popolazione se non si fa qualcosa partirà. Molti lavorano, soprattutto giovani, ma hanno già fatto la richiesta di visto per dirigersi verso Stati Uniti, Canada o Australia”. L’altro filone è quello della fornitura di cure mediche gratuite alla popolazione, dalle visite specialistiche agli interventi chirurgici, fatto che finora ha coinvolto quasi 50.000 pazienti. Tale intervento ha inoltre accompagnato la pandemia con forniture di attrezzature mediche e di prevenzione per il Covid-19. Permane, tuttavia, “la necessità di trovare ancora benefattori, anche piccoli, che possano tenere aperta almeno questa speranza per i poveri sempre più numerosi della Siria”. Nei due nosocomi il card. Sandri ha ricevuto il ringraziamento da parte delle religiose, salesiane e vincenziane, che vi operano “per la visita di incoraggiamento che dà speranza ad un piccolo gregge quali sono i cristiani in Siria”. Le religiose hanno testimoniato che “l’opera assistenziale nell’ospedale è davvero una frontiera di carità, che non guarda a distinzioni confessionali o religiose: ormai giungono anche molte famiglie musulmane da altre parti della Siria”. Il cardinale ha ricordato come anche in questo ambito “il dialogo della vita sia quello più fruttuoso, perché anziché discutere delle differenze a tavolino, mostra nel concreto lo stile e la carità dei discepoli di Gesù”. Gli interlocutori del card. Sandri, riporta ancora la nota della Congregazione, hanno rilevato che “anche in questo ambito il sistema delle sanzioni internazionali colpisce la popolazione e non tocca praticamente nulla in coloro che dovrebbero essere colpiti dalla misura. Ci si è detti concordi sul fatto che si debba continuare un’opera di persuasione per il cambiamento di questa condizione”. Il card. Sandri ha assicurato come “il tema sia ben presente dell’azione della Santa Sede auspicando che qualche passo possa essere compiuto anche da parte siriana per giungere ad una possibile soluzione”.

Card. Sandri in visita al Patriarca greco ortodosso di Antiochia, Youhanna X. (Foto Congregazione Chiese orientali)

Il resto della giornata è stato trascorso dal Prefetto incontrando sacerdoti e diplomatici di circa 20 Paesi (ambasciatori residenti o Incaricati d’Affari per la Siria di stanza nella capitale o a Beirut), e recandosi in visita al Patriarca greco ortodosso di Antiochia, Youhanna X. Con quest’ultimo sono stati affrontati diversi temi: “il rischio della sparizione della presenza cristiana in Medio Oriente, la povertà dilagante in Siria, la crisi in Libano”, e soprattutto, “il dramma della divisione dei cristiani. A livello di ogni singola confessione anzitutto, ma anche nel mondo cattolico ed ortodosso prima ancora che nel dialogo tra loro”.

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