Parità salariale: Volpato (Acli), “legge è buon segnale ma servono anche conciliazione casa-lavoro ed equa ripartizione carichi familiari”

Un buon segnale la legge sulla parità retributiva uomo – donna, ma occorre affrontare anche il tema della “conciliazione casa – lavoro”. A tre giorni dall’approvazione del provvedimento, lo scorso 26 ottobre, Chiara Volpato, responsabile Coordinamento donne Acli, indica in un’intervista al Sir alcune piste su cui lavorare per superare il divario di genere e favorire realmente l’occupazione femminile. Ma, avverte, le disuguaglianze di genere si combattono soprattutto con l’educazione, a partire dall’asilo.
“Quando in Parlamento si discute e si vota all’unanimità su una legge che riguarda le disparità di genere è sempre un bel segnale- esordisce Volpato -, perché significa che finalmente stiamo prendendo coscienza di una piaga per troppo tempo sottovalutata. Entrando però nel merito del testo della norma, abbiamo visto che si tratta di una certificazione aziendale, seppur obbligatoria, e di alcuni sgravi fiscali per le assunzioni al femminile”. Sicuramente “un buon incentivo per le aziende, ma – avverte l’esperta – affinché la legge abbia davvero valore e venga presa in considerazione da tutti, bisognerebbe introdurre sanzioni molto più pesanti per chi non ha questa certificazione (come ad esempio succede in Francia) e fare in modo che la stessa certificazione non divenga un aggravio aggiuntivo, soprattutto per le piccole e medie imprese”.
Sulle ragioni della scarsa percentuale di donne occupate nel nostro Paese (il 50% che scende ad un terzo nel sud), Volpato spiega: “Certamente in cima alla lista c’è una ragione culturale, che diventa molto forte in aree dove tassi di diplomati e laureati sono più bassi rispetto al resto del Paese. Ma poi, l’altra vera grande ragione che riguarda la grande metropoli come il piccolo paese di provincia, al di là della discriminazione nei confronti delle donne, è il tema della conciliazione casa-lavoro: finché non lavoreremo su questo tema, che significa discutere e riformare profondamente la condivisione dei carichi di lavoro all’interno della famiglia, sarà molto difficile che si possano fare concreti passi avanti rispetto al divario di genere”.

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