Russia: emergenza Covid. Mons. Pezzi (presidente vescovi), “la situazione è grave. Tra le persone smarrimento e sfiducia”

“La situazione è grave. Bisogna riconoscerlo. Anche le autorità confermano la gravità”. Così mons. Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca e presidente della Conferenza episcopale russa, commenta al Sir le notizie di una ripresa dei contagi da Covid-19 che arrivano dalla Russia. Nelle ultime 24 ore sono stati confermati in Russia 39.849 nuovi casi di Covid-19. Il numero totale di contagi registrati nel Paese dall’inizio della pandemia è di 8.432.546. I decessi in 24 ore sono stati 1.163, un altro picco dall’inizio dell’emergenza. “La regioni le sappiamo”, osserva l’arcivescovo di Mosca. “Sono soprattutto legate alla difficoltà endemica di farsi vaccinare così come la disattenzione alle norme precauzionali, come l’uso delle mascherine, evitare il più possibile i contatti e le situazioni a rischio di assembramento, il tampone. Non si capisce perché le persone siano così restie al vaccino visto che le notizie che abbiamo sullo Sputnik sono molto buone e sono pochissimi i casi di effetti collaterali”. Per contrastare la nuova grave ondata epidemica, il presidente Vladimir Putin ha predisposto un periodo, fra il 30 ottobre e il 7 novembre, di “leggero lockdown in quasi tutte le Regioni”, fa sapere mons. Pezzi, “come l’astensione dal lavoro per chi opera in settori non essenziali, lo smart working, la chiusura dei ristoranti; la riduzione degli ingressi nei musei e al cinema e solo con il green pass. Tra l’altro viene accettato solo il green pass elettronico perché è sono stati accertati casi di falsificazione dei green pass cartacei. Sono state poi emanate raccomandazioni per i trasporti ma non sono state fatte ulteriori restrizioni per aerei e treni. Vale sempre l’obbligo della mascherina e la misurazione della temperatura all’ingresso. I negozi – fatta eccezione delle farmacie e dei negai di beni primari – sono chiusi”. Ai culti “sono state date indicazioni ma non restrizioni”. Sono state sospese le processioni come pure le riunioni di catechismo se i locali sono piccoli. Per le celebrazioni è stato chiesto di essere attenti alle prescrizioni sanitarie, quindi all’uso della mascherina, l’invito a disinfettarsi le mani all’ingresso e prima di ricevere la comunione, il rispetto del distanziamento. “Più che senso di paura – aggiunge l’arcivescovo – si avverte nella popolazione un senso di smarrimento e sfiducia. Abbiamo cominciato anche qui in questo periodo il cammino sinodale e stiamo sottolineando l’importanza dell’accompagnamento delle persone. Significa prendere l’iniziativa e non lasciare solo nessuno. Vedo purtroppo anche il rischio che con questo continuo ripetersi di ondate del virus, subentri una sorta di assuefazione. Non ci si domanda più quando finirà ma come sopravvivere. Per questo è importante farsi compagni di viaggio, aiutarci a riprenderci insieme il proprio destino e a ricordarci che non siamo lasciati al caso, né siamo fatti per soffrire o cedere a queste situazioni di sofferenza ma siamo fatti per l’infinito. Farci prossimi significa anche ricordare che Dio è sempre vicino a noi, soprattutto nei momenti difficili”.

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