Riconoscimenti: Premio “Donato Menichella” a Corradini, Gualerzi e Banca popolare del Lazio. Bassetti (Cei), “spezzare meccanismo perverso che mette denaro sopra persona”

foto SIR/Marco Calvarese

“La distanza tra la sfera finanziaria e quella della quotidianità si può colmare, ma occorre essere capaci di un altro sguardo sull’uomo e avere il coraggio di spezzare quel meccanismo perverso che mette il denaro al di sopra della persona. È questa la chiave per rendere la finanza uno strumento di servizio e di carità, motore di speranza e di sviluppo per tutti, amplificatore della prossimità”. Sono queste le parole del card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, intervenuto alla cerimonia di assegnazione del Premio “Donato Menichella”, svoltasi oggi pomeriggio nel Centro congressi Aurelia, che per la ventesima edizione ha conferito il riconoscimento a Luciano Corradini, emerito dell’Università Roma Tre e già sottosegretario alla Pubblica Istruzione con il governo Dini, Livio Gualerzi, responsabile finanziario della Cei (per la sezione “Cultura finanziaria etica e socialmente responsabile”), e alla Banca popolare del Lazio (per la sezione “Cultura finanziaria etica e socialmente responsabile”). “In tempo di pandemia, specialmente nei mesi duri del lockdown, la Chiesa che è in Italia si è mobilitata per farsi vicina alla gente, per portare conforto e lenire situazioni di disagio e solitudine. Lo ha fatto attraverso l’opera capillare delle parrocchie, delle diocesi e dei centri Caritas, ma anche mediante stanziamenti straordinari dai fondi dell’8xmille, per oltre 240 milioni di euro”, ha proseguito il card. Bassetti nel suo intervento nel quale, citando Papa Francesco, ha ricordato che, “se guardassimo alla carità come a una prestazione, la Chiesa diventerebbe un’agenzia umanitaria e il servizio della carità un suo ‘reparto logistico’. Ma la Chiesa non è nulla di tutto questo, è qualcosa di diverso e di molto più grande: è, in Cristo, il segno e lo strumento dell’amore di Dio per l’umanità e per tutto il creato, nostra casa comune”. “Indirizzare in modo etico le attività economiche e finanziarie, dunque, è doveroso perché è in gioco la dignità dell’uomo, di tutti gli uomini. E doveroso è il compito della trasparenza e dell’informazione sulle attività economiche, un cammino che la Cei ha iniziato da tempo e continua a percorrere con determinazione”, le parole del presidente della Cei che, evidenziando come il premio a Livio Gualerzi rappresenti un riconoscimento indiretto anche alla Cei ed alla sua carità, ha sottolineato l’importanza di un atteggiamento coerente con gli insegnamenti evangelici e un atto dovuto per chi vive di carità o di fondi pubblici che necessitano una responsabilità ancora più impellente per prevenire forme di cattiva gestione dei beni economici e degli scandali che ne conseguirebbero. Intervenuti al premio l’avvocato Elio Michele Greco, presidente della Fondazione Nuove Proposte, Luigi Iosa, segretario generale del Premio “Donato Menichella”, Gennaro Baccile, esperto in giurimetria bancaria, e Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte costituzionale.

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