Diocesi: Caritas Bolzano, con il Progetto Matilde l’attenzione sull’integrazione lavorativa dei cittadini stranieri

“Anche se è impensabile immaginare un mondo del lavoro altoatesino senza cittadini stranieri, una loro reale integrazione lavorativa resta ancora una grande sfida, sia per chi è alla ricerca di occupazione, sia per i datori di lavoro”. Lo sottolinea la Caritas di Bolzano, che ricerca nuove soluzioni attraverso la partecipazione al progetto di ricerca europeo “Matilde”, che mette in primo piano le cosiddette “soft skills”, ovvero le competenze sociali e personali delle persone. “Nelle ultime settimane – si legge in una nota –, si è lavorato intensamente su questo tema, ragionando sugli strumenti adatti a mettere in risalto le competenze complessive dei lavoratori migranti. Nei prossimi mesi le attività di Matilde proseguiranno in stretta collaborazione con soggetti pubblici, imprese e mondo scientifico”.
Il focus del progetto di ricerca in Alto Adige è costituito dall’integrazione lavorativa, e di conseguenza dall’implementazione di buone pratiche e strumenti, capaci di valorizzare le competenze complessive dei cittadini stranieri che si affacciano sul mondo del lavoro, sia per favorire processi d’inclusione, che per fornire ai datori di lavoro strumenti più ampi di valutazione dei candidati. Con questo scopo, si è svolto in estate un focus group fra i rappresentanti di cooperative sociali, aziende locali, sindacati, servizi Caritas e uffici di mediazione lavoro e di formazione continua. “Abbiamo scelto di svolgere il primo incontro presso Casa Noah, un Centro di accoglienza per richiedenti asilo che gestiamo come Caritas a Tesimo”, spiega Marion Rottensteiner, collaboratrice dell’area Accoglienza della Caritas, coinvolta nel progetto “Matilde”. Uno dei metodi studiati per promuovere l’integrazione lavorativa dei migranti è il “Bilancio di competenze”, che è recentemente al centro di un workshop formativo rivolto a collaboratori e collaboratrici di diversi servizi di consulenza della Caritas che si occupano di persone con background migratorio. Le attività del progetto proseguiranno per tutto l’autunno 2021, con una serie di incontri e di momenti aperti al pubblico, che saranno l’occasione per trarre un primo bilancio delle ricerche svolte finora.

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