Migranti: l’accusa delle Ong, “Ue facilita intercettazioni e respingimenti di massa verso Libia”

L’Alleanza delle Ong e gli attivisti hanno reso noto oggi un rapporto esclusivo che documenta come la collaborazione aerea tra l’Ue e la Libia “faciliti le intercettazioni e i respingimenti di massa dei migranti nel Mediterraneo centrale”. Alarm Phone, Borderline-Europe, Mediterranea Saving Humans e Sea-Watch hanno assistito e documentato respingimenti illegali verso la Libia coordinati dalle autorità europee, come Frontex e Eunavfor Med, e attuati dalla cosiddetta Guardia costiera libica, che secondo gli attivisti è invece “un gruppo di milizie (finanziate e addestrate dall’Ue) con un passato di palesi violazioni dei diritti umani e di collaborazione con i trafficanti di esseri umani”. Il rapporto ricostruisce tre eventi di ricerca e salvataggio che si sono conclusi con intercettazioni e respingimenti verso la Libia, fornisce il quadro giuridico delle violazioni commesse e un’analisi del funzionamento operativo della collaborazione tra l’Ue e i libici, con particolare attenzione al coordinamento aereo. Le ricostruzioni si basano su osservazioni di prima mano in mare e comprendono comunicazioni radio ascoltate anche dalle autorità europee e le autorità libiche, e richieste di aiuto da parte di persone in difficoltà in mare. “I mezzi aerei dell’Ue sono impiegati per avvistare le imbarcazioni dei migranti e per guidare la cosiddetta Guardia costiera libica – denuncia Bérénice Gaudin di Sea-Watch –. Questa sorveglianza aerea ha portato alla cattura di decine di migliaia di persone e al loro respingimento in zona di guerra libica in operazioni che non sono altro che violazioni dei diritti fondamentali gestite dagli Stati”. Secondo Lucia Gennari di Mediterranea Saving Humans, “l’Unione europea ritiene che monitorando dai mezzi aerei i casi di emergenza in mare e le intercettazioni da parte della cosiddetta Guardia costiera libica si possa evitare la responsabilità per le violazioni dei diritti che queste pratiche comportano. Questo rapporto afferma il contrario”. “La politica dei respingimenti di massa in zona di guerra libica – aggiunge Kiri Santer di Alarm Phone – è una vera e propria politica europea, di cui l’Ue e i suoi Stati membri sono direttamente responsabili”. “In nessun caso – concludono – la pandemia Covid-19 può giustificare il respingimento dei migranti in fuga verso la Libia”. Qui due video che documentano i fatti.

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