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Consiglio d’Europa: rapporto carceri. 2 milioni di persone scontano pene alternative. 118mila detenuti rilasciati nel lockdown

Photo SIR/CdE

Al 31 gennaio 2019, c’erano circa 2 milioni di persone in Europa che stavano scontando pene alternative alla detenzione (sorveglianza elettronica, servizi socialmente utili, arresti domiciliari…). Si tratta del 7,9% in più rispetto al 2018, dato che emerge dal nuovo sondaggio annuale Space II condotto per il Consiglio d’Europa dall’Università di Losanna e pubblicato oggi. È un dato di soddisfazione per il Consiglio d’Europa che da tempo invita “i suoi Stati membri a usare la prigione come ultima risorsa e ad applicare pene alternative alla privazione della libertà il più spesso possibile”, per meglio “promuovere l’integrazione dei criminali nella società, ridurre la recidiva, prevenire il sovraffollamento, migliorare il funzionamento delle carceri e promuovere un trattamento umano ed efficace dei detenuti”. Un secondo rapporto, pubblicato oggi invece fotografa la situazione dei “detenuti in Europa durante la pandemia” e indaga l’impatto delle misure legate alla pandemia di Covid-19 sulle popolazioni carcerarie in Europa, al 15 aprile 2020. Venti amministrazioni carcerarie su 43 hanno rilasciato detenuti per limitare la diffusione di Covid-19, facendo ricorso a misure quali l’amnistia, il rilascio anticipato o provvisorio o pene alternative. Sarebbero stati 118mila i detenuti rilasciati in Europa nei mesi scorsi. Tutto ciò non ha risolto il problema del sovraffollamento che permane in alcuni Paesi (Turchia, Romania, Grecia, Ungheria, Cipro, Italia, Francia, Serbia, Repubblica Ceca e Austria).

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