Bimba 5 mesi morta in mare: Cardoletti (Unhcr), “nessuno può rimanere indifferente”

Alcuni giorni fa è stato ritrovato sulle coste libiche il corpo di una bambina di 5 mesi, morta durante l’ennesimo naufragio nel Mediterraneo. Una notizia passata quasi nell’indifferenza rispetto alla foto del piccolo Aylan, forse anche a causa della situazione che si è creata a seguito della pandemia. “Nessuno con la coscienza al posto giusto può rimanere indifferente di fronte ad una immagine del genere”. Lo ha commentato oggi Chiara Cardoletti, rappresentante Unhcr per l’Italia, la Santa Sede e San Marino, rispondendo all’agenzia Sir durante la conferenza stampa on line per la presentazione del rapporto annuale Global trends. “La posizione dell’Unhcr è chiara: i centri in Libia sono pericolosi, ci sono persone in condizioni di estrema vulnerabilità”, ha ribadito  Cardoletti: “La pandemia, certo, ha reso tutto più complicato: da una parte ci ha portato a chiuderci di più in noi stessi per esserci trovati in una condizione di vulnerabilità. Però ci ha fatto vedere che possiamo vivere una situazione simile a quella dei più deboli e che dobbiamo essere forti come società”. Perciò, ha proseguito la rappresentante Unhcr, “bisogna tornare a parlare di valori europei in una nazione dove si è fatto tanto, soprattutto nel periodo dell’emergenza Covid: in Italia e in altri Paesi le frontiere sono rimaste aperte, i sistemi di ricezione hanno funzionato, è stato messo in piedi un sistema che poteva differenziare e continuare ad accogliere persone in stato di necessità. Questo è un grande passo in avanti per l’Italia”.

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