Inflazione: Istat, a settembre negativa per il quinto mese consecutivo (-0,7% rispetto a luglio). Prezzi giù dello 0,6% su base annua

Nel mese di settembre, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registri una diminuzione dello 0,7% su base mensile e dello 0,6% su base annua (da -0,5% del mese precedente); la stima preliminare era -0,5%. È quanto comunica oggi l’Istat diffondendo i dati definitivi dei “Prezzi al consumo” a settembre 2020.
“A settembre – spiega l’Istat – l’inflazione si conferma negativa per il quinto mese consecutivo e di poco più ampia rispetto al mese precedente, portandosi ai livelli di gennaio 2015”.
Stando ai dati diffusi, l’inflazione negativa per il quinto mese consecutivo si deve in larga parte ai prezzi dei beni energetici regolamentati (da -13,7% di agosto a -13,6%) e di quelli non regolamentati (da -8,6% a -8,2%) e, in misura minore, ai prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da -2,3% a -1,6%). Il ridursi rispetto ad agosto dell’ampiezza della flessione dei prezzi di queste tre tipologie di prodotto non bilancia del tutto il rallentamento dei prezzi dei beni alimentari lavorati (da +0,4% di agosto a +0,1%), l’inversione di tendenza di quelli dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +0,1% a -0,4%) e dei beni durevoli (da +0,3% a -0,1%), determinando così un’inflazione negativa di poco più ampia rispetto al mese precedente.
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi e quella al netto dei soli beni energetici rallentano entrambe, rispettivamente da +0,3% a +0,1% e da +0,4% a +0,2%.
L’inflazione acquisita per il 2020 è pari a -0,2% per l’indice generale e a +0,6% per la componente di fondo.
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano lievemente da +0,9% a +1,0%; quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto riducono la flessione da -0,2% a -0,1%.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta dello 0,9% su base mensile e diminuisce dell’1,0% su base annua (da -0,5% di agosto); la stima preliminare era -0,9%.
“La fine della stagione dei saldi determina – precisa l’Istat – un aumento rispetto ad agosto dei prezzi di abbigliamento e calzature pari a +25,3%, causando così la crescita congiunturale dell’Ipca”.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,6% sia su base mensile sia su base annua.

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