Migranti: Coop. Sophia, grazie ad un percorso di integrazione durato 18 mesi in 20 hanno ottenuto un lavoro regolare

Sono 20 i migranti in condizione di vulnerabilità che dopo 18 mesi di percorso, hanno ottenuto un inserimento lavorativo stabile e hanno migliorato sensibilmente le proprie condizioni di vita in Italia grazie al progetto “Creare valore attraverso l’integrazione” di Sophia, impresa sociale romana. Tra di loro, c’è anche chi è arrivato in Italia sbarcando sulle coste di Siracusa e Lampedusa.
I giovani beneficiari, spiega una nota, ad inizio progetto si trovavano in condizione di estrema difficoltà. “Le difficoltà che un giovane incontra in un Paese straniero – afferma Marco Ruopoli, presidente di Sophia impresa sociale – lo immobilizzano anche per anni, impedendogli di diventare la risorsa d’oro che ognuno di noi può essere”. Ruopoli racconta come è nato il progetto d’integrazione: “Per permettere a questi ragazzi di vivere, e non solo di sopravvivere, abbiamo creato insieme a loro un percorso che interrompe il circolo vizioso nel quale spesso ricadono”. Con il sostegno della campagna “Liberi partire, liberi di restare”, promossa dalla Conferenza episcopale italiana, Sophia ha quindi realizzato un percorso fatto di passi saldi e concreti per migliorare le condizioni di vita di questi ragazzi. Per la cooperativa, la chiave di volta è stata pensare di costruire qualcosa insieme ai giovani migranti e non soltanto per loro, ascoltando le loro esigenze e desideri attraverso un dialogo, impegnativo e costante. “Grazie alla sincerità e all’ascolto siamo arrivati dove non avremmo immaginato”, conclude Ruopoli. Da “Creare valore attraverso l’integrazione”, con i giovani beneficiari sono nate preziose iniziative progettuali, come il progetto “Cantiere scuola”, un team di lavori artigianali non profit per giovani in difficoltà lavorativa in Italia e “Educare senza confini”, un progetto di educazione che permette ai migranti che lo desiderano di tornare nel loro paese d’origine in qualità di formatori, per sensibilizzare i giovani sui rischi dell’immigrazione clandestina.

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