La Romania ha, infine, un presidente eletto: Nicușor Dan (55 anni), sindaco della capitale, ricercatore in matematica, di orientamento centrista e pro europeo. Era candidato da indipendente contro George Simion, dichiarato sovranista, ma percepito come filorusso ed estremista. Quelli che, con il loro voto di domenica 18 maggio, hanno mantenuto la Romania sul percorso europeo sono stati – secondo i sondaggi e i dati forniti dall’Ufficio elettorale romeno – i giovani, gli anziani, gli etnici ungheresi e tedeschi, i romeni che vivono in Romania nelle città con un livello alto di istruzione e sviluppo. Il risultato delle elezioni ha influito subito anche sul mercato finanziario: la Borsa valori di Bucarest ha aperto stamattina in rialzo di oltre 4%, e la Banca nazionale romena ha annunciato un apprezzamento della moneta romena Leu rispetto all’Euro. Ma perché la Romania arrivasse ad un presidente eletto ci sono voluti quasi sei mesi, segnati dalla vittoria, nel primo scrutinio del novembre scorso, di Călin Georgescu – sconosciuto dalla società romena ma promosso sui social –, seguita dall’annullamento delle elezioni presidenziali a dicembre e dalle dimissioni, a febbraio, del presidente in carica Klaus Iohannis. “La parte positiva di questo lungo processo fino all’elezione, ieri, del presidente Nicușor Dan sta nel fatto che ha svegliato il senso civico della gente, la quale si è impegnata per il bene comune della comunità. I cittadini hanno dimostrato di avere ancora il senso della realtà, non si sono lasciati più ingannare da false promesse”, spiega al Sir don Wilhelm Dancă, già decano della Facoltà di teologia romano-cattolica dell’Università di Bucarest. Don Dancă, che è anche membro dell’Accademia di Romania, ha firmato i giorni scorsi un appello con il quale l’Accademia chiamava i romeni a votare e scegliere la via europea. Infatti, la candidatura del presidente eletto è stata appoggiata da tante élite della Romania, come gli scrittori di fama internazionale Mircea Cărtărescu e Ana Blandiana, il nuotatore Davide Popovici, e da più di cento professori universitari. Di Nicușor Dan, don Wilhelm Dancă dice che “ha i prerequisiti per diventare un buon presidente, è ben preparato intellettualmente e disponibile a collaborare. Lo attendono numerose sfide, ma troverà le soluzioni”.