Leone XIV: messa inizio pontificato. Mons. Martinelli (vicario Arabia meridionale), “figlio di migranti, lo sentiamo vicino alla nostra Chiesa del Golfo”

(Foto Avosa)

“Sentiamo Papa Leone XIV, figlio di migranti, particolarmente vicino alla nostra Chiesa nel Golfo. Sentiamo tutti la responsabilità di seguirlo attraverso il nostro impegno quotidiano per essere una Chiesa unita, capace di promuovere la pace e la riconciliazione”. Lo ha detto mons. Paolo Martinelli, vicario apostolico dell’Arabia meridionale, dopo la messa di inizio del ministero petrino di Papa Leone XIV ieri in piazza San Pietro. Parlando al sito web del vicariato (Avosa), il vescovo ha parlato di “un’esperienza travolgente di unità e comunione”, vedendo la piazza e le aree circostanti riempirsi di gente e festeggiare con il Papa. Durante l’omelia, ha ricordato mons. Martinelli, “Papa Leone ha sottolineato la necessità di una Chiesa che sia segno di unità e di comunione, che diventi lievito per un mondo riconciliato”. Appello ripreso dal vescovo definendolo “una grande sfida” per i cristiani della Penisola arabica. “Siamo una Chiesa di migranti, con fedeli di molte nazioni, lingue, culture e riti. Eppure, tutti noi abbiamo ricevuto lo stesso battesimo. Come dice il motto di Papa Leone: ‘Nell’Uno, siamo uno’. Per noi l’unità è un dato di fatto. Che risplenda ancora di più, e che la nostra diversità sia sempre vista come una ricchezza per tutti”. Infine, mons. Martinelli ha definito “unico” il momento in piazza San Pietro, sottolineando la profonda unità di cui è stato testimone tra cardinali, patriarchi e vescovi intorno al successore di Pietro, la cui missione, come ha ricordato lo stesso Papa Leone, è di “amore e unità”.

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