Iraq: card. Sako (patriarca), “Favorire il rientro dei cristiani, proteggerli e restituire loro le proprietà saccheggiate”

foto SIR/Marco Calvarese

Organizzare una conferenza di leader religiosi, esperti, accademici e politici indipendenti per esaminare le difficoltà affrontate dai cristiani negli ultimi due decenni; assicurare un’autentica protezione alle regioni cristiane; restituire le proprietà saccheggiate ai legittimi proprietari e fornire un indennizzo finanziario per le perdite subite; destinare una parte del bilancio nazionale specificamente a beneficio dei cristiani e di altri gruppi minoritari; favorire il ritorno degli emigranti cristiani, in particolare di quelli residenti nei Paesi limitrofi; applicare efficacemente la “Legge sulla remunerazione del lavoro” per garantire che quando un cristiano lascia un lavoro, venga sostituito da un altro cristiano. Sono queste le richieste avanzate dal card. Louis Raphael Sako, patriarca caldeo di Baghdad per fronteggiare l’esodo dei cristiani iracheni che negli ultimi due decenni hanno sopportato immense sofferenze pur essendo gli abitanti originari dell’Iraq. Dal sito del Patriarcato il cardinale ricorda che la comunità cristiana è diventata “un gruppo indebolito a causa di conflitti basati su differenze settarie, presenza di organizzazioni estremiste come Al Qaeda e Isis, milizie fuori controllo e bande criminali”. Particolarmente dolorose sono anche le discriminazioni sul lavoro, causata dalla ‘Legge sullo status personale’ e l’islamizzazione dei minori. Tutti questi fattori hanno costretto molti cristiani a emigrare, provocando un preoccupante calo della loro popolazione”. Alla discriminazione si aggiunge anche la persecuzione con oltre  80 chiese e luoghi di culto presi di mira, numerosi membri del clero rapiti e uccisi. Mar Sako ricorda anche l’invasione dell’Isis della Piana di Ninive e Mosul del 2014 e le conseguenti migrazioni forzate. “I cristiani hanno anche affrontato il saccheggio dei loro averi da parte dell’Isis e persino dei loro stessi vicini. Sono stati terrorizzati, costretti a cedere le loro case e proprietà, o costretti a vendere a prezzi significativamente ridotti” è la denuncia del Patriarca. Minata anche la rappresentanza politica dei cristiani nel Parlamento, “sequestrata – scrive Mar Sako – da una particolare fazione che afferma di rappresentare i cristiani, sopprimendo così la loro agenzia e ostacolandone il progresso”. Il cardinale denuncia, inoltre, “i violenti attacchi contro la sua persona e in quanto patriarca alla più grande chiesa cristiana in Iraq” definendola “una continuazione dell’agenda in corso per espellere i cristiani dall’Iraq e cancellare la loro eredità culturale”. “È profondamente deplorevole – ribadisce il capo della Chiesa caldea – che i governi che si sono succeduti non siano riusciti ad affrontare queste ingiustizie. Al contrario, i cristiani hanno continuato a essere emarginati ed esclusi, portando a un continuo esodo dal Paese. Se il governo non risponde in modo adeguato – conclude – rimane la possibilità di chiedere assistenza alle organizzazioni e ai forum internazionali per i diritti umani”.

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