R. D. Congo: Mukwege (Premio Nobel pace), “quanto fatto contro la Russia, che ha aggredito l’Ucraina, deve essere fatto anche nei confronti del Ruanda”

foto SIR/Marco Calvarese

“All’est del Paese abbiamo tantissimi eserciti ribelli, 120 gruppi armati nazionali ed internazionali. La presenza dell’Onu dura da 20 anni ma non c’è stata una soluzione. Il nostro Governo ha iniziato ad esternalizzare la difesa del nostro Paese, prima con accordi bilaterali, invitando l’Uganda a sostenere la Repubblica Democratica del Congo, senza ricevere alcuna risposta, dopo anche con le comunità dei Paesi dell’est chiedendo la partecipazione degli eserciti di Burundi, Uganda, Kenya, Sud Sudan, e adesso sta negoziando con i Paesi dell’Africa australe per difendere il Paese. Per noi è troppo, troppi gruppi armati, troppe armi, troppa violenza”. Lo ha dichiarato al Sir il Premio Nobel per la pace nel 2018 Denis Mukwege, intervenuto al Meeting mondiale sulla fraternità umana, svoltosi il 10 e l’11 giugno in Vaticano. “Questi gruppi armati ci portano insicurezza anziché aiutarci, vengono per interesse economico e non per costruire la pace ma per creare un sistema di caos organizzato grazie al quale sfruttare il Paese e rubare le risorse naturali della Repubblica Democratica del Congo, senza pagare niente”. La causa primaria della guerra in Congo è chiara da sempre per Mukwege: “Quando si parla di transizione energetica si deve tenere conto che questa passa attraverso le batterie che hanno bisogno di cobalto e litio ed il Congo è il primo produttore mondiale di cobalto. Per questo motivo, quando gli altri parlano di energia verde, per noi quella stessa energia è rossa, coperta del sangue di milioni di congolesi morti”. La denuncia del medico congolese è precisa ed i colpevoli sono chiari: “È importante capire che questa non è una guerra etnica o del popolo congolese, questa è una guerra di aggressione. Un rapporto dell’Onu dello scorso anno dimostra che il Paese è aggredito dal gruppo terroristico ugandese M23, in violazione totale di tutti i principi del diritto internazionale della carta della Nazioni Unite”. Non manca, nel suo intervento nella sede della Cei a Roma, il paragone con il presente: “Guardando a quanto sta capitando in Ucraina, penso che in un mondo giusto non può esistere il sistema di due pesi e due misure, le regole devono essere uguali per tutti. Credo che sia importante che quanto fatto contro la Russia, ritenuta responsabile dell’aggressione all’Ucraina, debba essere fatto anche nei confronti del Ruanda che ha aggredito la Repubblica Democratica del Congo”.

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