Processo in Vaticano: il tribunale impone presenza in aula al fratello del cardinale Becciu. Udienza fissata per il 19 aprile

Antonino Becciu, fratello del cardinale Angelo, tra i dieci imputati del processo in corso in Vaticano sugli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra, dovrà obbligatoriamente presentarsi in aula come teste. Lo ha stabilito il presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, tramite un’ordinanza da lui letta nel corso della 53ma udienza. Stesso obbligo – ha riferito il “pool” di giornalisti ammessi nell’Aula polifunzionale dei Musei vaticani – per don Mario Curzu, direttore della Caritas di Ozieri, dove ha sede anche la Cooperativa Spes, guidata da Antonino Becciu. Sia il fratello del cardinale Becciu che il sacerdote, già una volta non si sono presentati in udienza per testimoniare adducendo come motivazione l’assenza di garanzie, essendo indagati in un altro procedimento in corso in Italia. Pignatone, nell’ordinanza, ha ribadito ancora una volta che “ci sono tutte le garanzie per un giusto processo”, e che quindi dovranno irrevocabilmente presentarsi in aula il prossimo il prossimo 19 aprile, anche eventualmente per manifestare la loro facoltà di non rispondere.  L’udienza odierna è stata dedicata all’ascolto della testimonianza dell’avvocato Shantanu Shina, direttore legale della sezione Corporate dello studio legale londinese Mishon de Reya, il quale ha reso il contenuto di due mail – poi depositate da Pignatone agli atti – che a suo dire conterrebbero “minacce” del finanziere Gianlugi Torzi, finalizzate alla riscossione della buonuscita per la trattativa sul Palazzo di Londra, poi concretizzatasi in 15 milioni di euro e ritenuta frutto di un’estorsione.

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