Diocesi: mons. Damiano (Agrigento), “riscoprire il senso della casa comune e del lavoro superando la mentalità mafiosa di tanti nostri atteggiamenti”

“Gerlando ci ricorda che l’immigrazione è integrazione, l’evangelizzazione è promozione, la rigenerazione è interazione!”. Con queste parole l’arcivescovo di Agrigento Alessandro Damiano ha concluso il messaggio indirizzato alla comunità ecclesiale e civile in occasione della festa di San Gerlando (25 febbraio 2023), patrono dell’arcidiocesi e città di Agrigento, che ricorre oggi.
Gerlando era un “illustre emigrato”, ha detto il presule, nativo di Besançon, in Francia, e approdato in Sicilia dopo l’entrata dei normanni guidati da Ruggero I degli Altavilla il 25 luglio 1086 divenendo in seguito vescovo di Agrigento. “Un emigrante che si incultura e integra. Oggi la nostra diocesi e provincia è, specialmente a Lampedusa, luogo d’approdo di emigrati. L’immigrazione comporta accoglienza e integrazione. Non basta accogliere ‘spazialmente’, ci ricorda la vita di san Gerlando, ma occorre fare il possibile per favorire un’integrazione sociale e una inculturazione, un dialogo tra culture”. ” Al migrante cristiano, che riesce ad approdare sulle nostre coste, siamo chiamati a mostrare il volto fraterno e accogliente della Chiesa che accoglie il fratello piagato e spesso vittima di persecuzione. Al migrante non cristiano siamo in dovere di mostrare una comunità coerente con il Vangelo che predica e celebra”, il monito di mons. Damiano.
Gerlando, ha proseguito, “ha evangelizzato le nostre terre, ossia ha annunciato la persona di Gesù, crocifisso e risorto da morte, figlio di Dio fatto uomo. L’annuncio cristiano, proclamando il fatto dell’incarnazione, comporta come ‘effetto collaterale’ l’annuncio della dignità insopprimibile di ogni uomo e di ogni donna, della vita umana, di ogni vita umana, di ogni persona”. San Gerlando è considerato il rifondatore della diocesi agrigentina, dopo la presenza musulmana dal 829 al 1086: si è “rimboccato le maniche”, ha ricominciato “rigenerando e dando speranza. È l’uomo del ri-cominciare, del nuovo inizio, della ri-generazione. In breve: Gerlando è l’uomo della speranza!”. “Abbiamo bisogno di dialogo per ritrovare il senso autentico della città e della sua vivibilità, della casa comune, di una rinnovata passione per l’uomo. Riscoprire il senso pieno del diritto-dovere del lavoro, e di organizzarlo in termini di sicurezza, combattendo la disoccupazione, aprendo prospettive ai giovani. Superando la mentalità mafiosa che ancora connota tanti dei nostri atteggiamenti”.

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