Disabilità: associazioni a Governo, “restituire subito il fondo di 350 milioni di euro senza aspettare applicazione legge delega”

Restituire subito i 350 milioni del Fondo per le politiche in favore delle persone con disabilità “alla disabilità, alle sue emergenze, ai suoi diritti che sono di ieri, di oggi e di domani e che non attendono certo l’applicazione della legge delega”. È, in estrema sintesi, l’appello lanciato a Governo e Parlamento dalle associazioni Comitato 16 novembre, Confad (Coordinamento nazionale famiglie con disabilità) , CoorDown (Coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di Down), Favo (Federazione italiana associazioni volontari in oncologia), Fida (Coordinamento italiano diritti autismo) FightTheStroke Foundation (Persone con disabilità di paralisi cerebrale) e Uniamo (Federazione italiana malattie rare).
Nell’esprimere “forte preoccupazione e contrarietà verso quanto emerge in questi giorni dal Governo in materia di servizi e sostegni alle persone con disabilità e alle loro famiglie”, le associazioni, si legge in un comunicato congiunto, spiegano tra l’altro che il cosiddetto decreto legge “anticipi”, al fine di garantire copertura alle misure in esso previste, “ricorre al Fondo per le politiche in favore delle persone con disabilità azzerandone l’assegnazione per il 2023 (350 milioni)” con la motivazione che “quel Fondo sarebbe destinato all’attuazione della legge delega sulla disabilità (legge 227/2021) di cui mancano ancora i decreti attuativi, motivo che – sottolineano le associazioni – non spiega perché non possa essere comunque usato per fronteggiare le numerose emergenze delle persone con disabilità e dei loro familiari”.
Di qui la richiesta al Governo e al Parlamento di “restituire quella somma (350 milioni) alla disabilità, alle sue emergenze, ai suoi diritti che sono di ieri, di oggi e di domani e che non attendono certo l’applicazione della legge delega. Il decreto ‘anticipi’ all’esame delle Camere va emendato in questo senso: i 350 milioni ‘non usati’ nel 2023 e destinati ad altri fini devono tornare alla disabilità”. Occorre inoltre “usare tutti quei 350 milioni per rifinanziare – prima che confluiscano nel Fondo unico – il Fondo per i caregiver familiari, il Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità per i quali non è prevista copertura per il 2024/25 e per il Fondo per l’inclusione delle persone sorde e con ipoacusia che non ha copertura nel 2025”, chiedono ancora le associazioni. Solo così “il Fondo unico previsto nella prossima legge di bilancio non sembrerà una grave dimenticanza nei confronti dei più fragili. Le persone con disabilità e i loro familiari chiedono subito questo segnale non certo solo per il suo significato ma per la concretezza che ne deve derivare”, concludono Comitato 16 novembre, Confad, CoorDown, Favo, Fida, Fight the stroke e Uniamo.

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