Argentina: Giornata di preghiera indetta dai vescovi alla vigilia elettorale. Appello dei “curas villeros” alla “saggezza del nostro popolo”

L’Argentina vive una vigilia elettorale carica di tensione e attesa per il ballottaggio delle presidenziali di domenica 19 novembre tra il peronista Sergio Massa (Unión por la Patria) e l’iper-liberista Javier Milei (La Libertad avanza), dati da sondaggi praticamente appaiati. Alla vigilia del ballottaggio presidenziale, la Conferenza episcopale argentina (Cea) ha indetto una Giornata di preghiera per la Patria. Questa giornata è prevista per oggi, venerdì 17 novembre, e ciascuna diocesi ha stabilito le modalità per svolgere questo gesto: momenti di preghiera, celebrazione dell’Eucaristia, recita del Rosario, digiuno, oppure opere di misericordia e carità. Al di là di queste attività programmate a livello diocesano, la proposta centrale è quella di pregare personalmente o comunitariamente la Preghiera per la Patria, che i vescovi hanno diffuso il 9 luglio 2001, nel mezzo della crisi sociale, economica, politica e istituzionale che il Paese vissuto. La Conferenza episcopale argentina non ha preso posizione in merito al ballottaggio, ribadendo i precedenti pronunciamenti. Singoli vescovi hanno invitato alla partecipazione, come ad esempio mons. Pedro Torres, vescovo di Rafaela: “42 anni fa, la Chiesa argentina promosse il ritorno alla democrazia con il documento ‘Chiesa e comunità nazionale’ e, da allora, si dice che la democrazia ha il suo momento culminante nelle elezioni; è sempre meglio andare a votare, scegliere ciò che abbiamo dopo una selezione che ha avuto un processo. Ma la democrazia non finisce il giorno delle elezioni e nessuno governa da solo”.

A prendere una posizione più esplicita sono i “curas villeros”, i sacerdoti dei quartieri popolari di Buenos Aires e delle altre grandi città: “Esprimiamo grande preoccupazione per il pericolo rappresentato dalla possibilità che nelle prossime elezioni trionfi la formula di La Libertad Avanza, i cui candidati con discorsi e atteggiamenti violenti hanno attaccato Papa Francesco, disprezzano i poveri promuovendo l’eliminazione dello Stato e mettendo a rischio la democrazia rivendicando la dittatura civile-militare”. Si legge in una nota firmata da diverse decine di sacerdoti che formano l’Equipe dei “curas villeros”. “I più umili del nostro popolo – si legge – hanno bisogno della sanità pubblica e dell’istruzione, dell’aiuto contro la piaga della droga, dell’integrazione socio-urbana dei quartieri popolari e della tranquillità di una democrazia consolidata”. Proseguono i sacerdoti: “Non diciamo a nessuno per chi deve votare. Ognuno sceglie liberamente. Noi, sostenuti dalla Dottrina Sociale della Chiesa e in questa situazione particolare, esprimiamo questo pensiero e invitiamo alla riflessione. Facciamo appello alla saggezza del nostro popolo. Con lo stesso sentimento patriottico della causa delle Malvinas e cercando di prenderci cura della casa comune, come insegna Francisco, con ferma speranza, chiediamo alla Vergine di Luján di votare con intelligenza e sensibilità”.

 

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